Quando vieni da una piccola città bastardo posto e un giorno qualcuno fa qualcosa di buono ti nasce quello sfarfallio nella pancia perché in quei pochi ettari in cui ci si conosceva tutti – ora non più, quando girello per il centro raramente saluto qualcuno – quando qualcuno si arrampica sull’albero per vederci un po’ meglio (bella questa immagine metaforica, sono certo che la riciclerò) il rischio è che tutti sono lì a raccontarti che si era in classe insieme, hanno iniziato a suonare con lui, sono stati loro a consigliargli di insistere in quella cosa perché c’era del talento, si considerano addirittura i padri spirituali. Io vi dico solo che a Zibba gli avrò parlato si e no due volte nella mia vita ma sono contento se uno che è nato a qualche chilometro da dove sono nato io vince una cosa importante come questa, anche se magari proprio reggae come dice Assante non lo è. Ma tornando al campanilismo, nel video qui sotto ci sono persone, per esempio, che mi sono più familiari per motivi anagrafici, come quel saltimbanco di Mister Puma. Zibba ha un timbro di voce che ha dell’incredibile e il pezzo, come il disco intero che lo contiene e che si intitola “Come il suono dei passi sulla neve”, ha tutte le carte in regola per.