giochi senza frontiere

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Ogni giorno vedo il monitor del tuo pc, non è colpa mia se il tuo ufficio è in vetrina, proprio sulla strada. Ogni giorno vedo i lineamenti tipici dell’Europa dell’est e l’evoluzione della tua pettinatura, probabilmente vai dal parrucchiere ogni fine settimana. Anche il client a tua disposizione si è evoluto, nel tempo. Dieci anni fa avevi un monitor delle dimensioni di un televisore della nonna e probabilmente un ingombrante tower con pentium 3 sotto la scrivania. Oggi hai un monitor ultrapiatto e ultrafigo, con un desktop dal design minimale e accattivante a lato, tutto scalfito da decine di prese usb. E hai iniziato anche ad ascoltare musica mentre lavori, indossi spesso auricolari bianchi collegati direttamente al pc. Continua a leggere. (da Alcuni aneddoti dal mio futuro del 26/05/2011)

Disclaimer: in estate chiunque si barrica dietro un autoreply di chiuso per ferie e mette in sua vece un ologramma giusto per tenergli caldo il suo centimetro quadrato di spazio on line per il ritorno. Sapete, di questi tempi meglio non lesinare in sicurezza, i posti si fanno presto a perdere e mettere un surrogato di sé stessi può essere una strategia vincente. Così noi che apparteniamo a una sottospecie di categoria di esodati ma solo perché abbiamo preso parte come milioni di altri alle partenze molto poco intelligenti, ma allo stesso tempo non vogliamo che vi dimentichiate di noi, abbiamo pensato di pubblicare in questo periodo di vacanza qualcosa di già edito, nostro o altrui, o qualche pezzo a cui siamo particolarmente affezionati. Ciò non toglie che l’ispirazione, dai mari della Sardegna, faccia capolino di tanto in tanto.

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Ogni giorno vedo il monitor del tuo pc, non è colpa mia se il tuo ufficio è in vetrina, proprio sulla strada. Ogni giorno vedo i lineamenti tipici dell’Europa dell’est e l’evoluzione della tua pettinatura, probabilmente vai dal parrucchiere ogni fine settimana. Anche il client a tua disposizione si è evoluto, nel tempo. Dieci anni fa avevi un monitor delle dimensioni di un televisore della nonna e probabilmente un ingombrante tower con pentium 3 sotto la scrivania. Oggi hai un monitor ultrapiatto e ultrafigo, con un desktop dal design minimale e accattivante a lato, tutto scalfito da decine di prese usb. E hai iniziato anche ad ascoltare musica mentre lavori, indossi spesso auricolari bianchi collegati direttamente al pc.

Solo due cose sono rimaste immutate. Già allora stavi, ogni giorno, seduta perfettamente alla tua scrivania, e ancora oggi mi ricordi la silhouette disegnata nelle fotocopie che mi ha consegnato il mio capo, un vademecum contenente le verifiche che ogni operatore è tenuto ad effettuare presso le postazioni munite di videoterminale, al momento del loro utilizzo, alla voce “regolazione del sedile”. Un insieme di angoli retti: sopracciglia, braccia, busto, gambe, schiena. Ripeto, non è colpa mia se il tuo ufficio è in vetrina, e comunque buon per te: sarai sempre in perfetta forma fisica, oltre che ben pettinata. E c’è un altro dettaglio che è rimasto sempre uguale: la tua attività. Stamattina, come la prima volta che ti ho notato, ciò che era visualizzato sul tuo monitor era uno spazio tutto verde, con una serie di carte da gioco digitalizzate messe una sopra l’altra. Un’applicazione che, da sempre, risponde al nome di solitario.exe. Sì, il solitario di Windows.

Internet ha rivoluzionato il modo di divertirsi e il concetto stesso di entertainment. Le aziende studiano da anni, ormai, il modo di inibire l’accesso dei propri dipendenti ai siti di Social Networking per problemi di sicurezza e per evitare salassi di produttività. I giochi offline e online sono diventati di una raffinatezza e di un coinvolgimento tale da mettere a rischio il senso stesso di realtà degli utenti. Tu no. Tu sei diversa. Tu, nel 2011, quando persino il duopuntozero sta diventando obsoleto, ogni giorno, intorno alle 9.15 e spero solo in quel lasso di tempo, e lo spero per te e per l’azienda in cui lavori, insomma con i tempi che corrono pagare persone per scrivere post come questo o aggiornare il profilo su Facebook è più che controproducente, ogni santo giorno sei lì a mettere il fante di picche sul dieci di picche, il tre di denari sul due di denari, in un’eterna sfida tra uomo e macchina che nessun sistema operativo al mondo potrà mai rendere vana.