in un mondo fatto di conversazioni come ci si comporta con i disturbi alla linea?

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Non so se siete stati alla recente Fiera dell’elettronica di Berlino. Io no ma vorrei aver avuto la possibilità di testare quel nuovo modello di occhiali – tipo quelli di Google, per intenderci – che consentono la vista con realtà aumentata. Tra le principali funzionalità è possibile verificare se chi ti sta parlando a quattr’occhi lo fa per comunicare, per provocare, o anche per sedurre, o semplicemente parla con te ma in realtà parla a se stesso perché il solo sentirsi gli fa il pieno di autoreferenzialità. L’algoritmo presente filtra la conversazione e fa comparire sul proprio piano visivo un bollino colorato come la segnaletica che si sono inventati alla tv per far scappare i ragazzini di fronte alle zozzerie per adulti. Va da sé che è difficile constatarne l’utilità perché il sensore restituisce quasi sempre il valore “rosso” che sta a significare “lascia perdere il tuo interlocutore”, come a dire che le persone con cui si riesce ad avere un confronto equilibrato sulle parti sono quelle che stanno zitte. La cosa non vale al telefono perché l’effetto è lo stesso della voce registrata, come se steste guardando un film o la tv. L’annunciatrice parla rivolta a voi, ma qual è il suo scopo? Convincervi a rimanere incollati su quel canale? Ma soprattutto, esistono ancora le annunciatrici o fanno parte di un nostro immaginario del passato che noi di questa generazione abbiamo traghettato per i nativi digitali, con ferrivecchi tipo il telefono con la rotella o certa musica anni 80? E pensare che alcuni la considerano pure una missione come se la gente del duemila non ne avesse già abbastanza di cose da imparare. Ma pensate un po’ che presunzione. D’altronde il mondo si divide tra quelli che vogliono portare la cultura agli ignoranti, quelli dicono che cosa gliela portiamo a fare tanto se sono ignoranti cosa se ne fanno della cultura e quelli che invece non si pongono il problema e che quindi un po’ ignoranti lo sono anche loro. Se volete la mia opinione, invece sono dell’idea che la società moderna si divida in tre classi sociali: destinatari, copia e copia nascosta. Se non usate la mail ma chiamate direttamente lo fate per chiedere se chi state chiamando ha ricevuto la mail, ma avete preso un abbaglio perché non è quella la cosiddetta multicanalità, bensì una versione due punto zero della vostra ansia. In questa categoria rientra un certo Andrea di Asse-qualcosa che mi aveva scritto per farmi partecipare a un sondaggio sulla gestione del rischio in impresa. Potete immaginare quanto sia competente in materia e, soprattutto, quanto me ne freghi. Mi sono fatto negare due o tre o volte al telefono dalla centralinista, poi ho deciso di accettare il confronto. Gli ho detto che ero il destinatario sbagliato di quella richiesta e che la sua associazione aveva fatto male i calcoli con il database dei contatti da coinvolgere in quella iniziativa. Io conto come il due di picche, gli ho sottolineato. Valgo tanto quanto un qualsiasi impiegato e l’unico rischio che corro, oltre a perdere il lavoro, è quello di risultare poco attendibile.