giusto per una ripassata

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Prima di iniziare a scrivere, mi sono sincerato che i Bignami esistano ancora, i libri piccolissimi ma dal market share grande quanto la voglia di non studiare di intere generazioni. Qualche giorno fa ho avuto un’idea imprenditoriale, che sicuramente esisterĆ  giĆ , quella dei Bignami di ogni cosa consultabili on line, una sorta di spremuta di Wikipedia ma per dummies, le persone cioĆØ che non hanno capito che la conoscenza, su Internet, ĆØ sapere dove (e come) cercare le informazioni. E, secondo la filosofia del Bignami, non importa poi farle proprie, saranno sempre disponibili lƬ, a meno di problemi di copertura di rete.

L’idea mi ĆØ venuta quando M., la mia collega dell’ufficio amministrazione – quella che dice che io sono un uomo interessante mentre, a proposito del mio collega M., quello che ĆØ amico su facebook di Giorgio Almirante, dice che ĆØ carino, a dimostrazione del fatto che la sinistra ha perso fascino – ĆØ venuta da me a chiedere un consiglio. “Mia figlia mi ha mandato un sms, deve fare un tema sulla Vita Nuova di Dante“. Le chiedo se si trova a casa, il che mi suona strano visto che ĆØ mattina. “No, ĆØ a scuola, si tratta di un compito in classe di italiano. Usano Internet sul cellulare“, e fa l’inequivocabile gesto del pollice opponibile che ĆØ l’indice – mi si perdoni il gioco di parole – del punto piĆ¹ elevato dell’evoluzione umana, ovvero la capacitĆ  di digitare input su dispositivi mobili, “cercano i temi e le versioni di latino, il prof non se ne accorge“. Qui vado fuori tema io, anzi vado fuori dai gangheri immaginando questo professore che, pagato quanto sappiamo, oltre all’inutile sforzo di fare breccia nella testa di degni appartenenti alle generazioni ics, nel senso di mettiamoci una croce sopra, deve anche passare il tempo a controllare sotto i banchi che i ragazzi non facciano uso improprio dei telefoni cellulari, ma si limitino a fare foto e video alle mutande delle compagne di classe. Torniamo al tema. “Dove posso trovare informazioni? E che spunti posso dare?“, mi chiede. Avrei voluto risponderle con una domanda, ovvero perchĆ© viene a chiedere consiglio a me anzichĆ© a quel figo di fascista di m***a del nostro comune collega, ma mi sono limitato a indirizzarla proprio su Wikipedia, al che mi sono sentito dire “giĆ  ho cercato, ma ĆØ difficile farne un riassunto e spedirlo via sms, va beh, le invierĆ² comunque il link“. Lascio alla vostra fantasia le numerose chiavi di lettura dell’episodio.

Ancora a proposito di telefonia mobile e ragazzi, ma per un Bignami in sociologia degli strumenti di comunicazione per me. Ieri mattina ho trovato un cellulare per strada. Ho telefonato subito all’ultimo numero nel registro delle chiamate effettuate, e in un paio d’ore ho rintracciato la proprietaria con cui mi sono accordato per la restituzione. Si tratta di una ragazzina delle superiori, me lo dice lei al telefono mentre mi ringrazia per la cortesia. Ci diamo appuntamento per le otto di sera, mi chiede se non ĆØ un problema per me lasciarlo acceso “per non fare preoccupare i miei amici“, le dico che va bene ma mi sarei permesso di mettere il cellulare sulla modalitĆ  silenzioso. Un’idea vincente, perchĆ© nel corso della giornata avrĆ  ricevuto una quarantina di chiamate e un’infinitĆ  di sms. Ecco dove si svolge la vita sociale delle nuove generazioni, e ho pensato con una punta di invidia al mio contratto Coop Voce, una ricarica da 50 euro mi dura tutto l’anno.

Chiudo con un Bignami, questa volta di musica contemporanea, utile a tre papĆ  di compagne di classe di mia figlia. Ieri sera, durante una cena/festicciola per genitori e bambini, in attesa del dolce, scambiavo quattro chiacchiere con loro nel giardino della scuola. Gli argomenti tra maschi adulti con poca confidenza reciproca sono pochi; ultimamente, per mia fortuna, al calcio ĆØ subentrato il filesharing (la politica ĆØ tabu tanto quanto preferenze sessuali e religione), il che mi consente di esprimere opinioni anzichĆ© limitarmi ad annuire facendo finta di conoscere giocatori e risultati. Ho condiviso il mio parere, manifestando la mia passione da collezionista per i dischi in vinile, la stampa dei quali sta tornando in auge specialmente in USA, il che mi agevola, aggiungo, perchĆ© ascolto principalmente musica americana. “Musica americana di che tipo?“, mi chiede il papĆ  di S. che ha appena dichiarato di aver acquistato il nuovo cd di Vasco. Bella domanda. Come definirla se non “alternativa e indie“. Qualche istante di silenzio, il tempo di soffiare fuori il fumo della sigaretta, e uno degli interlocutori rompe il ghiaccio “aah, anche a me piace, anche se piĆ¹ che indiana (sic) preferisco quella peruviana. Mi fermo sempre a sentire i musicisti con in flauti che vendono i cd per strada“. Il cerchio si chiude con il terzo papĆ  del consesso, “ah sƬ, anche io avevo qualcosa degli Inti Illimani“. Nella confusione di genere, ho scoperto cosƬ di ascoltare musica da riserva.