non c'è nulla di più umiliante per un uomo di dover chiedere consulenza su materie prettamente maschili ad altri uomini

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Non c’è nulla di più umiliante per un uomo di dover chiedere consulenza su materie prettamente maschili ad altri uomini che su tali discipline ne sanno molto di più, questi ultimi risultando quindi più in grado di garantire non solo la sopravvivenza all’esemplare femminile con cui si usano accoppiarsi, ma anche la possibilità di esaudire ogni richiesta di ristrutturazione domestica, automobili sempre al riparo da rischiosi problemi di usura, ingegnosi allestimenti di mensole e soppalchi nel box, impianti elettrici efficienti, recuperi di gioielli preziosi nelle tubature del lavandino, gustose grigliate di carne pesce verdure sul balcone e via così.

Per farvi un esempio, oggi si è accesa una spia sconosciuta nel cruscotto della macchina super-tecnologica che mi spetta nelle trasferte di lavoro, le cui sembianze ho interpretato come una carenza di olio (non chiedetemi se motore o freni). Per limitare il senso di vergogna di dovermi rivolgere al mio benzinaio di fiducia (il Total che ho sotto casa, la cui insegna riempie la visuale tutt’altro che bucolica della mia camera da letto), ho ideato una fantasiosa scenetta. All’imbarazzo di
1. non sapere che tipo di olio acquistare
2. non sapere come si apre il cofano della macchina super-tecnologica che mi spetta nelle trasferte di lavoro
3. una volta aperto non saper valutare il livello dell’olio con l’asticella
4. non sapere la quantità di olio mancante, se occorre riempire il serbatoio fino all’orlo oppure no
si aggiungeva quello di avere un macchina super-tecnologica che mi spetta nelle trasferte di lavoro in condizioni di pulizia che non vi sto a dire. Ma per dimostrarmi innocuo ho scelto di fare benzina alla pompa con servizio, in modo da rientrare nella categoria di uomini bisognosi ma pronti a metter mano al portafogli. Quindi al benzinaio ho confessato tutte le mie lacune minimizzando però la mia responsabilità: non è la mia macchina e in più è una macchina “tenuta da una donna” (è l’Audi del mio capo), instaurando così quel livello base di cameratismo maschilista con il benzinaio in modo da attivare sintonia e risultare meno inetto di quel che sono.

Poi mentre rientravo a casa ho avuto però la rivincita. Andrea è il mio dirimpettaio che è invece uno di quelli che assolve a tutti gli obblighi maritali di cui sopra (lavori di muratura, idraulica, elettricità, allestimento tecnico di box, riparatore di cancelli automatici se c’è bisogno e persino elettrauto). Completa il quadro del maschio al 100% il fatto che gioca a calcio ed esce tutto vestito da bomber una volta a settimana per divertirsi con gli amici, e proprio l’ultima partita gli è stata fatale. “Uno mi è entrato da dietro e mi ha distrutto il malleolo”, mi ha raccontato proprio così, mentre aprivo l’uscio e lui chiudeva il suo.

Io che non so mai di cosa parlare con lui soprattutto quando sono costretto a chiedergli consigli su come smontare gli ugelli dei fornelli o a smontare le componenti del rubinetto per eliminare il calcare, mi sono limitato a scherzarci su. “Lo sport fa male”, ho risposto ridendo. Poi, chiusa la porta blindata che peraltro mi ha consigliato lui di oliare per ridurre lo sforzo della serratura, nel totale silenzio della solitudine di quando moglie e figli non sono ancora in casa e al massimo si sente un gatto zampettare distante, ho sentito risuonarmi intorno – come il recitato di un coro greco – la parola malleolo, ripetuta ritmicamente più volte. Malleolo, mi è parso di udire intorno a me. Malleolo, malleolo, malleolo, malleolo.