Volevo solo dirti che mi dispiace. Se lungo tutto il percorso da un capo all’altro della baia non sono riuscito a dire nemmeno una parola è perché c’era questo animale aggrappato alla gola che strizzava le corde vocali come il panno della sordina del pianoforte ma con più cattiveria. Non ho mai capito perché si dica rompere il ghiaccio quando uno si aspetta che sotto il sole di luglio il ghiaccio si sciolga da sé o grazie a qualche agente naturale. Mi dispiace e nulla mi è venuto in soccorso, pure tu non è che ti sei dimostrata collaborativa se non hai detto una parola quanto me, forse avevi lo stesso animale notoriamente letale in quanto in grado di soffocare gli adolescenti che hanno tanto cose dentro ma che non escono mai. Bastava solo partire con qualsiasi cosa. Chiederti ma poi tutto questo via vai di gente che cammina sul bagnasciuga hai capito a cosa serve? Tutto questo andare e venire dove ci porterà, se ci porterà mai da qualche parte. E alla fine hai capito quante ore occorre attendere prima di fare il bagno? Una, due o quattro? E le vespe che sono carnivore mentre le api sono vegetariane, lo avevi già studiato in scienze? Hai notato quante energie si sprecano da ragazzini per perseguire obiettivi che poi da grandi non servono a nulla? Quanto tempo che si getta nella spazzatura che poi, quando hai cinquant’anni e hai un blog, vorresti indietro ma solo per usarlo davanti? Perché ripristinare l’assetto del quindicenne manco morto, meglio fare il padre di una che lo sta per diventare. Ma bastava anche qualche frase di circostanza, il più o il meno, la musica che ascolti e dove ti portano i tuoi ad agosto. Invece niente, a tre quarti del cammino l’animale oramai mi aveva divorato e di me restava solo il rimorso da consumare nel viaggio di ritorno a casa sull’autobus, un confetto dopo l’altro come quelle caramelle durissime che devi ciucciare a lungo prima di riuscire a masticarle ma che danno dipendenza e prima che te ne accorgi hai già finito la confezione multi-gusto. Mi sarei buttato in acqua volentieri se fossi stato in grado di nuotare e quindi di scegliere volontariamente di affogare anziché subirlo come unica possibilità plausibile. Poi sai che figuraccia il bagnino che ti tira fuori, ti prende a schiaffi per la tua irresponsabilità, per aver messo a repentaglio anche la sua, di vita, che quella di chi sceglie di morire volontariamente chi se ne frega. Mi dispiace, ora te l’ho detto.