clima #staisereno, te ne prego

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Quante volte un temporale vi ha guastato tutto? Gite, scampagnate fuori porta, colazioni all’aperto, processioni e cortei. O quei primi appuntamenti romantici dove per forza di cose non c’è un posto dove ripararsi, sì magari si finisce a cena ma poi in un modo o nell’altro bisogna rientrare a casa di corsa e non c’è tempo per fare le cose con la dovuta calma. Una parola, uno sguardo, vuoi salire da me. Conosco persone a cui un acquazzone si è messo in mezzo proprio quella volta in cui sarebbe stato fatale il loro incontro e poi è finita che niente, magari facciamo un’altra sera che sono senza ombrello e poi quella sera non è più arrivata e bon, occasione perduta. Per non parlare di spettacoli e concerti. Se fate parte del pubblico il maltempo proprio non ci vuole ma tale è stata la spesa per cui fa bene anche farsi una doccia all’aperto tanto è estate. Se siete invece tra quelli che con gli spettacoli e i concerti ci lavorano non è proprio la stessa cosa, perché se siete abbastanza importanti da avere una struttura che vi ripara chissene, come dicono i ragazzini, cioè lo spettacolo o il concerto lo si può fare sempre e comunque e chi non è sul palco sono affari loro. Ma se non siete abbastanza importanti c’è il rischio che qualcuno vi dica che è meglio non suonare, si bagna l’impianto, anzi non venite neppure e addio cachet. I più sgamati scrivono nei contratti che in caso di pioggia devono essere comunque pagati, quelli che invece è già una fortuna che non dobbiamo pagare per esibirci, niente, grazie e ci vediamo alla prossima. C’è chi sostiene addirittura che le precipitazioni siano segnali soprannaturali di scarso gradimento della propria arte. Sta per cominciare l’esibizione di tizio? Giù acqua, che è meglio per tutti se non canta. Ecco io vorrei che ci fosse più rispetto da questo punto di vista per chi fa spettacoli all’aperto, che il cattivo tempo si manifestasse solo in concomitanza di live di artisti notoriamente antipatici, quelli il cui carattere scontroso è riconosciuto da tutti, mentre per tutti gli altri che si potesse definire uno standard meteo per non correre rischi. Molte coppie si potrebbero formare e andare al sodo grazie agli appuntamenti all’asciutto e nessun musicista, allo stesso tempo, crescerebbe frustrato. Diciamo no al tempaccio nelle sere estive. Firma anche tu.

in un lampo

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Ognuno sembra attendere a suo modo il temporale estivo e la città che già è semideserta si svuota, restano solo quelli che non li aspetta nessuno altrove e stanno con il naso all’insù tanto mica devono tornare anche se è quasi ora di cena. Di certo sta per succedere qualcosa perché nel giro di qualche minuto il sole che era lì è sparito. E chi viene da posti con le montagne alle spalle e il mare davanti si stupisce della varietà dei cieli in pianura, fino alla via taldeitali c’è sereno e da lì in poi ci sono gli strati più scuri di nuvole gonfie e in fondo si vede che piove già mentre di là ci sono ancora squarci di azzurro. Meglio decidere la destinazione a seconda della propria indole, cioè se hai voglia di bagnarti tanto è estate e male non fa e magari si riesce anche a vedere una striscia di arcobaleno vai incontro alla perturbazione, altrimenti puoi prendere una scorciatoia e scongiurare il peggioramento delle condizioni atmosferiche. Se sei a piedi non ti preoccupare troppo delle infradito, non è come nei vicoli che scendono e l’acqua sembra un torrente e chissà cosa si porta dietro. Qui è tutto dritto e basta fare attenzione.

Quelli seduti soli nei dehors dei bar tavola calda con cucina cinese e giapponese tirano tardi con la Peroni da 66cl davanti e per sicurezza scrutano sopra e si avvicinano verso il centro dell’ombrellone, uno per ogni tavolino e ognuno che commenta da solo con la sua lingua diversa dalle altre. Il temporale però profuma allo stesso modo ovunque, se c’è l’asfalto caldo e oggi è rovente, e l’odore che si impara a condividere è sempre quello. Passa lì a fianco una coppia in fase di scoperta reciproca, ciascuno con il proprio cane al guinzaglio. Due razze così diverse che tirano agli opposti come se volessero separare i loro padroni, dicono che gli animali hanno il senso per i terremoti e magari si intendono anche di compatibilità umana in proiezione. Ma i ragazzi vogliono comunque approfondire o forse sono in cerca di avventura e rimettono i cani in riga.

Si sente una donna impegnata in una telefonata di lavoro, anche lei osserva lo scenario che sta allestendo l’imminente rovescio preoccupata, ma continua nella sua relazione e usa termini che non ho mai pronunciato in vita mia, mi accorgo di invidiare il lessico di chi lavora ai vertici della pubblica amministrazione, e vorrei segnarmeli tutti e arricchire il mio vocabolario ma sono di fretta e così cerco di memorizzarne più che posso. Dice “capofila nel procedimento di negoziazione” e mi chiedo quando mi capiterà di scriverlo, perché a proposito di un temporale e della sua attesa non è molto attinente. La supero mentre parla e vedo che si rintana sotto il portico della libreria anche se non piove ancora, è palese che la sua trance linguistica le fa perdere il contatto con la realtà.

Io invece sono di corsa e il momento è di quelli così gravidi di attese che inizio a pensare a tutto quello che un temporale estivo imminente riesce a ispirare, quanti poeti e scrittori e artisti e musicisti hanno trovato un collegamento esistenziale con una situazione come questa, ma poi dentro di me la butto in caciara perché prevale solo il ricordo di un pezzo che parla proprio di acqua a catinelle scritto da gruppo di urlatori pugliesi e fatto in comunella con un cantante che si è messo di traverso in quella canzone con una coda di parlato che ci azzecca proprio, e se non fosse che un po’ mi vergogno a dire che magari quel brano lì lo sentirei proprio mentre aspetto il temporale a modo mio la potrei anche postare qui sotto. Ma no, meglio di no, tanto poi non è scesa nemmeno una goccia.