sapete cantare quattro battute del Gran Vals di Francisco Tárrega?

Standard

Una delle dicerie più buffe che giravano una quindicina di anni fa, quando erano stati commercializzati i primi cellulari con la suoneria personalizzabile, era che la questione della diffusione in posti pubblici di musica protetta da diritti – anche tramite l’approssimativo sistema di amplificazione dei cellulari che giravano allora e anche nella riduzione a suoneria telefonica – avrebbe dovuto in qualche modo essere regolamentata. Il che, in soldoni, significava far pagare la SIAE a chi impostava un pezzo dei Queen come squillo associato ai contatti appartenenti al gruppo “colleghi di lavoro”, un gruppo di contatti per i quali se fossi uno da suonerie personalizzate utilizzerei la marcia funebre di Chopin oppure un qualsiasi brano di uno dei gruppi che meno sopporto e che odio a morte. Ecco, i Queen per esempio. Per chi ama alla follia la musica come il sottoscritto, far identificare a terzi i propri gusti musicali o qualcosa di associabile al proprio universo sonoro tramite un qualsiasi canale di comunicazione, una maglietta (giusta o sbagliata che sia ) con il logo del gruppo del cuore o una suoneria potrebbe risultare comunque uno dei biglietti da visita più efficaci. Invece mi spiace deludervi ma oggi ostento un banalissimo ringtone 1 anche un po’ da suonini retro dei videogiochi a 8 bit, a dirla tutta. Ma ai tempi del Nokia 7110 avevo persino trovato un composer per personalizzare le suonerie con il quale avevo preparato una versione dell’Internazionale che quando mi squillava in treno si giravano tutti e a me veniva sempre da alzare il pugno della giustizia proletaria. Il mio amico Stefano invece, che era molto più snob di me, con lo stesso software aveva composto una melodia caccofonicissima o, come diceva lui, free jazz che gli invidiavo ogni volta che qualcuno lo chiamava. Ma il punto è che oggi delle suonerie fighe a nessuno non gli interessa più niente. Il che è pazzesco se pensate che c’è gente che con lo smartcoso ci ascolta pure la musica senza badare a chi ha vicino e che ci sono certi modelli che hanno una buona fedeltà. Nessuno della generazione di mia figlia, per dire, si sbatterebbe con i programmi di audio editing a tagliare il ritornello della propria canzone preferita in modo che cominci proprio da quel punto lì, quando squilla il telefono. Addirittura mia figlia tiene costantemente il telefono nemmeno sulla vibrazione ma proprio sul silenzio totale, e ogni volta che devo chiamarla la discussione che ne deriva è sempre a stessa perché io mi incazzo perché lei non risponde mai e non c’è verso di farle capire che il telefono, principalmente, serve a parlarsi.

compagni di viaggio

Standard

Al proprietario di un telefono del genere non dovrebbe essere consentito di provare in sequenza e in “profilo normale”, quindi a volume medio-alto, tutte le suonerie di cui il dispositivo è dotato, vero? E se te lo ritrovi a fianco nel tragitto del ritorno mentre stai valutando se sia meglio proseguire con la lettura o schiacciare un pisolino per una manciata di stazioni, e al terzo o quarto squillo realizzi che non sta ricevendo telefonate ma si sta solo trastullando con un passatempo ormai superato da almeno quindici anni, a nulla vale fargli notare che no, non è un comportamento corretto. Se tutti facessero come lui, che babele di suonerie sarebbe questa carrozza che già si distingue dal resto dell’ambiente per la temperatura interna vicina allo zero. Spero che tu abbia trovato la musichetta più consona alla tua personalità, una scelta tra “beep beep” o “bip-bi-bi-bip-bi-bi-bip” o l’immancabile fuga di Bach o il volo del calabrone. Mi spiace aver perso il finale della tua performance, sono certo che chi mi ha sostituito al tuo fianco abbia apprezzato quanto me.

all’unisono

Standard

Volge al termine la stagione delle suonerie personalizzate e degli improbabili mash-up in luoghi pubblici in cui reggaeton, hard rock e corporate jingle hanno dato vita momenti di melting pot musicale senza precedenti. Passata la sbornia creativa una volta raggiunta la consapevolezza che sì, con la tecnologia tutto è possibile tanto che non si sa cosa usare, a prova del fatto che è inutile avere contenitori se poi non sappiamo quali contenuti metterci, o semplicemente ci siamo finalmente stufati di perdere tempo passando in fastidiosa rassegna tutti i preset prima di trovare quello che più ci si addice, ora siamo tornati allo squillo. Il caro vecchio drin drin che ci faceva correre al telefono in bachelite collocato in corridoio gridando è per me, con l’obiettivo di intercettare chi ci stava chiamando prima dei proprio famigliari. Il guaio è che siamo passati da un estremo all’altro. Senti drin drin e vedi decine di persone arrabattarsi nella ricerca del loro smartcoso e poi riporlo, dopo aver dato un’occhiata invidiosa al destinatario della chiamata. Anche qui in ufficio, lasciamo il cellulare sulla scrivania e quando suona ci precipitiamo invano a rispondere, perché tutti abbiamo impostato il drin drin con l’opzione fade in e non si riconosce il dispositivo che sta suonando finché non lo si prende in mano. Ops scusate, devo scappare, mi squilla il telefono.

tono su tono

Standard

Non ricordo chi scrisse che verrà un giorno in cui la SIAE farà pagare  le suonerie dei telefoni trasmesse a volume elevato in pubblico, quindi accomunate alle altre esecuzioni musicali dal vivo e soggette alle norme sul copyright. Forse è una cosa che ho pensato io, ma ne dubito, sin troppo elaborata. E quello che è successo per la Nokia e il celebre jingle dedicato ai suoi utenti è emblematico; i grandi vendor che ingaggeranno i dj di grido per realizzare remix delle loro musichette – o anche di canzoni celebri – da utilizzare in esclusiva sui loro nuovi modelli. O, faccio un esempio, la famosissima cantante pop che metterà a disposizione tramite iTunes una suoneria dedicata all’iPhone. Tutta roba che esiste già? Comunque, si tratta di un mercato occupato da un servizio di cui, almeno fino a poco tempo fa, non se ne sentiva il bisogno. Ma che mi lascia perplesso: in giro si sentono sempre più suonerie generiche, il classico driiiiiiiin per farmi capire, tanto che tutti siamo sempre lì, sul treno, a controllare chi sta ricevendo la chiamata. Forse la gente è finalmente stufa di set live estemporanei di fronte a sconosciuti?