Trattare male le cose, lavorare di merda, scialacquare denaro ma non in grandi investimenti ampiamente appaganti piuttosto in piccole spesucce sbagliate di articoli di scarsa qualità che si rompono subito. Vestirsi a cazzo, tagliarsi mentre ci si fa la barba, mangiare cibo confezionato e iper-condito che procura bruciore di stomaco. Indossare scarpe strette, scambiare una di spalle per Fiorella facendoci una brutta figura e arrossire davanti a una che di Fiorella non vale nemmeno la suola delle espadrillas che indossa, avere caldo proprio quando ci si è dimenticati di mettere il deodorante sotto le ascelle. Sbagliare strada quando non ci sono uscite, sbagliare uscita quando ce n’è più di una, imbroccare l’uscita giusta e arrivare un’ora in anticipo all’appuntamento. Strapparsi i jeans lungo tutta la cucitura tra la gambe con una specie di spaccata durante la ricreazione quando si è scelto di fare il tempo pieno e quindi ci sono ancora almeno cinque ore da passare in classe, ascoltare musica sgradevole a un volume eccessivo, scordarsi le cuffie e non poter ascoltare musica. Lasciare l’alimentatore del portatile a casa prima di un lungo viaggio, la tachicardia, usare lo spazzolino da denti di un’altra persona. Le zanzare, le vesciche, la cintura stretta, stare seduti gobbi. La vista che cala con l’età, il desiderio che cala con l’età, l’età, l’e, l.