i prossimi sono quarantasei

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E mi riferisco ai pollici perché se parlassi degli inverni che passano sul gobbone il prossimo sarebbe addirittura il quarantanovesimo. Il commesso di Trony invece ne avrà trentacinque al massimo – sempre di anni, non di pollici che ne ha soltanto due – e mi sta dicendo che oggi sotto i cinquanta e questa volta mi riferisco ai pollici e non agli anni di televisori non ne fanno quasi più perché a tutti piace avercelo grosso ma non preoccupatevi, continuo con il doppio senso età e diagonale dello schermo e non con quello relativo alle dimensioni. Praticamente pare che tutti voi abbiate in casa una tv di quelle che una volta vedevi solo nelle piazze quando trasmettevano le finali dei campionati mondiali o europei e ci si disperava per la lotteria dei rigori che ci puniva due volte su tre. Il fatto che sia una cosa normale avere una parete occupata da un televisore mi ha spinto a fare il grande salto e passare alla smart tv, ma alla fine abbiamo scelto un modello appunto da quaranta pollici perché la distanza dal divano non giustifica uno di quei madonnoni che per di più costano un botto. La mia smart tv nuova mi sembra un buon compromesso tra ingombro, qualità e prezzo e soprattutto mi ha permesso di entusiasmarmi per la nuova dimensione iper-reale che hanno preso i programmi che seguo. Vedo Mentana e Floris in scala 2 a 1, praticamente. Le partite del campionato di volley sembrano giocate nel mio salotto e certi documentari mi fanno addormentare sul divano tanto quanto prima, ma con un effetto presenza che non ha confronti. La vera novità però è la sintesi tra tv e internet che permette di usufruire di entrambe con un effetto elevato a potenza, per non parlare delle possibilità infinite permesse dall’uso delle app. Per me che tutt’ora resisto a ogni tipo di tv a pagamento tutto questo costituisce una rivoluzione copernicana, più o meno lo stesso scarto di quando sono passato dal Blackberry allo smartphone, con tutto il rispetto per il Blackberry di cui rimpiango la gestione della posta di lavoro, ma ragazzi miei nel duemila e sedici con quel robo con i tastini dove pensate di andare. Il mio nuovo televisore smart ha anche una dignitosa fedeltà audio e questo mi ha mandato in confusione perché internet significa anche ascolto musicale. Alla fine tutto sta tendendo verso l’integrazione digitale, o magari l’integrazione è già stata fatta e finita e siamo solo noi del vinile a pretendere ancora l’amplificatore con gli ingressi per le differenti fonti. La tv smart sostituirà anche il pc, probabilmente, sarà anch’essa come lo è già in parte un prolungamento a quaranta pollici, anzi cinquantacinque come minimo, del telefono e niente, tutto è molto bello e a caratteri cubitali, ma è anche vero che tutto mi sembra svalutato delle sue caratteristiche primarie ma forse questo è un problema mio che ne ho quasi quarantanove (di anni).