No perché l’abbiamo visto tutti, vero, ieri sera durante il programma di Crozza, il mega-refuso nell’articolo del Corriere di cui nemmeno lo show man si è accorto? O è stata solo un’illusione ottica dettata da sete di scoop, la stessa che ti fa vedere notizie dove non ce sono e ti fa inanellare figure di merda? Non è un problema, anche se ci sono grammar-nazi che fanno passare quello degli svarioni come una catastrofe biblica, cosa che farei anch’io se non fossi il primo a non accorgermi dei miei. Sapete la storia della pagliuzza e della trave. C’è la corrente di chi vorrebbe che tutto venisse straricontrollato e quella che non ci sono più gli accademici della crusca di una volta. Il titolista del Corriere, o l’addetto a Photoshop de La7 è così reo di un involontario calembour tra sciapo e scialbo. Ma non è quello il punto. Siamo davvero così apatici e malinconici, l’immagine che il Censis dà di noi è quello di un popolo alla Cigarettes and coffee e niente più. Siamo isole nell’oceano della solitudine, e arcipelaghi le città dove l’amore naufraga? Ci accarezza solo la musica?
Del resto solo noi italiani potremmo essere poeti e navigatori e allo stesso tempo gente senza fermento in una società in cui circola “troppa accidia, furbizia generalizzata, disabitudine al lavoro, immoralismo diffuso, crescente evasione fiscale, disinteresse per le tematiche di governo del sistema, passiva accettazione della impressiva comunicazione di massa”. D’altronde, sempre come diceva proprio lui che è uno dei massimi esponenti della nostra cultura, non essendo né a est e né a ovest siamo i migliori e ciascuno di noi ha un posto al mondo. Questa è la nostra terra. Abbiamo perso un’occasione, perché quella canzone si che poteva diventare un inno generazionale, altro che “Penso positivo” di quel renziano di un Jovanotti. Così, in questo decorso verso l’abbassamento generalizzato dei ceti sociali, abbiamo comunque avuto la fortuna di trovare una nostra identità. Non più Ricchi o Poveri, non più Albano e Romina, ma finalmente un popolo di Scialpi, che anzi da un po’ ha cambiato nome e si fa chiamare Shalpy, lo dice persino la sua pagina su Wikipedia. E allora? E allora rocking e rolling, per resistere. Ci potete contare.