Tempo di riassunti, siamo a tre quarti della terza elementare. Non ho idea di quale sia la corretta collocazione nel percorso didattico e nel programma di Italiano della scuola primaria di questa fondamentale tappa, mia moglie ed io e un gruppo di altri genitori della classe di mia figlia ci siamo imposti di non mettere mai in dubbio l’autorità e la professionalità delle insegnanti né arrogarci la presunzione di saperne più di loro. A ciascuno il proprio mestiere, c’è anche un detto in milanese che nel nostro lessico famigliare in cui nessuno conosce il dialetto locale tantomeno il sottoscritto che ogni tanto ha rigurgiti di ligure storpiamo con “firulin firulè fa el to mestè” (ma basta cercare sul gogol per trovare la corretta dicitura che è “ofelé fa’ el to mesté”). Ma in matematica siamo ancora alle moltiplicazioni a due cifre mentre altrove già dividono e frazionano come se non ci fosse un domani e una scuola media, così a volte il sospetto che tutto sia lasciato al caso ci coglie impreparati come i nostri piccoli studenti alle prese con le grandi verifiche della vita e così, quando ci mettiamo alla scrivania per capire quale metodo sia stato trasmesso per entrare nel favoloso mondo della sintesi, rimaniamo interdetti di fronte a come maestra e alunni si sono esercitati insieme in classe. Continua a leggere