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Eri tu, se non ricordo male, che dall’alto dei tuoi ventitre e rotti anni ti indignavi del fatto che le migliaia di ragazzi scesi in piazza e nei cortei a protestare contro la riforma della scuola di una delle più inette ministre dell’istruzione della storia dell’occidente moderno e contemporaneo – cucita su misura di una delle peggiori riforme economiche della storia dell’occidente moderno e contemporaneo a sua volta pensata per favorire un sistema politico costruito a premiare un partito azienda e il suo presidente che guarda caso era anche il più cialtrone tra tutti i presidenti del consiglio nella storia dell’occidente moderno e contemporaneo – non fossero credibili per via del fatto che, mescolati a quei crocchi di manifestanti, si ergessero qua e là striscioni con simboli di movimenti di sinistra, icone dell’immaginario rivoluzionario comunista e bandiere di stati di cui dal dopoguerra se ne rivendica l’esistenza. E i canti di protesta stessi della moltitudine e le dichiarazioni dei giovanissimi intervistati registrati e trasmessi da telegiornali e speciali non potevano essere autorevoli perché chiara espressione di una strumentalizzazione ad opera dei partiti storicamente oppositori dei vari governi di centrodestra. Io pur rigettando discussioni dell’assurdo come quella, tentavo comunque di capire visto che il destino ci aveva posti fianco a fianco in una sala prove a tentare insieme l’ennesima formazione musicale in grado di conquistare qualche stralcio di fama artistica. E ti chiedevo in cosa consistesse il problema, perché mai gruppi di persone appartenenti a questa o quella organizzazione e decisi nell’essere rappresentati da un vessillo identificabile avrebbero dovuto nascondere la passione da cui sono spinti in un contesto in cui la questione era anche politica. Ma no, non ci siamo intesi, perché comunque non ammettevi il fatto che ci fossero ancora persone attaccate a miti superati e inattuali come tessere e delegati e iniziative di autofinanziamento. Eri tu che comunque non riuscivi a formulare un ragionamento efficace in difesa della tua teoria, che una protesta poteva essere tale solo se scevra dalla rivendicazione del portavoce di partito o del segretario in tv asserragliato da microfoni, cameraman e  giornalisti. Una visione utopistica, decina di migliaia di individui che sfilano contro qualcosa pronti a coalizzarsi solo ed esclusivamente secondo un cappello tematico? Il mondo non funziona come i like di facebook, caro mio. Ci sono tanti che fanno politica dal basso, partecipano in associazioni in veste delle quali aderiscono ai cortei. Eri proprio tu che non concepivi queste dinamiche e che, qualche mese dopo, ti hanno visto sulla porta della sede della Lega Nord del tuo paese.