non so quello che voglio ma so come ottenerlo

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Tra gli undici e i tredici anni, in quel cataclisma di cose e sensazioni ed esperienze che prendono un bambino, gli esplodono dentro e fuori trasformandolo in un individuo pronto a diventare grande in autonomia, io e i miei amici (durante quindi i cosiddetti tempi delle medie) spendevamo quasi tutti i risparmi della paghetta mensile in dischi. Non eravamo ricchi e, quindi, più di uno ogni paio di mesi non ce ne potevamo permettere. Ma ce li ho ancora tutti, quegli ellepi, e sono sicuro che anche Stefano, Vincenzo, Luciano, Giorgio (Alberto no perché purtroppo è morto giovane) e tutti gli altri non se ne sono liberati. Mi è capitato di condividere questo ricordo con mia figlia. Né lei né i suoi amici fanno altrettanto, e non è certo perché non ci sono più i negozi di dischi o perché, a differenza della mia generazione, oggi i ragazzini in quella fase sono meno indipendenti in fatto di acquisti. L’abbiamo detto più volte: la musica non è più un fenomeno di identità, aggregazione o emancipazione, e nessuno mi convincerà che non c’entra, in questo processo, la dematerializzazione o, in generale, la digitalizzazione della musica tout court. La cosa che comunque mi lascia ancora oggi di stucco è che, poco più che bambini, ci interessavamo di cose piuttosto impegnative o comunque che risultano strane, rispetto agli ascolti che oggi si hanno in quella fase della crescita. Ho una copia in vinile del 33 giri di “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols” che ho comprato alla stessa età in cui gli amici di mia figlia non vanno oltre Alvaro Soler, e non lo dico perché mi sento superiore, ma solo perché non saprei descrivere il motivo per cui uno come Johnny Rotten potesse attirare mocciosi ancora presi dalle biglie e dal Subbuteo. Comunque non so se avete letto che “Anarchy In The UK” compie 40 anni proprio oggi, quindi tanti auguri a tutti. Il problema è che ora a cinquant’anni suonati quell’album mi tocca ascoltarlo quando sono da solo, qui in casa. Una volta avevo su “Holidays in the sun” a palla, mia figlia è rientrata dall’allenamento e mi ha chiesto se potevo per cortesia abbassare il volume.

p.s. questa non c’entra con quel disco stra-famoso ma comunque è il pezzo dei Sex Pistols che mi piace di più, anche se è una cover dei Monkees.