A me questa faccenda che se fosse capitata qualche giorno prima poteva essere tranquillamente una parodia di “Weekend con il morto” mi ha fatto riflettere innanzitutto sul perché, come sostiene anche Gramellini – notate che ho usato “anche”, scusate l’immodestia, ma vi giuro che ci avevo pensato pure io ieri – le cose dalle nostre parti assumono sempre contorni farseschi. Voglio dire, era abbastanza verosimile che sarebbe emerso il problema di una salma così scomoda. Ora, non dico che uno debba pensarci tutti i giorni, ma insomma sul fatto che prima o poi un centenario per di più boia e nazista avrebbe raggiunto tutte le sue vittime a sessanta e rotti anni di distanza si poteva anche essere proattivi. Magari non noi ma il suo avvocato o chi di competenza, così da sbarazzarsi delle esequie altrove e mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Dopodiché posso anche capire che ci sia ancora gente del calibro di Carlo Vichi, il proprietario della Mivar, che mostra con naturalezza il busto del mascellone oggetto della sacrosanta e meritata ostensione retroversa a Piazzale Loreto, ma che nel 2013 siamo ancora qui a leggere dell’esistenza di nazisti pronti a partecipare al funerale di un boia assassino non so. Ma cosa hanno in testa queste persone? Perché nessuno gli ha voluto bene da piccoli? Per non parlare della cronaca degli eventi che ci ha fatto fare i conti anche con la presenza in Santa Romana Ecclesia di personale investito di responsabilità officiante auto-definitosi lefebvriano. Perché il buon Francesco non tira su la cornetta e fa una telefonata anche a questi per fare il punto sul senso della loro presenza nel disegno divino? Ma se proprio uno vuol essere costruttivo e non criticare e basta, ecco la mia soluzione sul cadavere scomodo: gettarlo in discarica e tanti saluti. Con tutto il rispetto per le discariche.