presente e imperfetto

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Marta prima si specchia nella vetrina fumé dell’autosalone e poi si volta verso di me per chiedermi se c’è qualcosa che non va. Dev’essere uno di quei giorni in cui sembra che la osservino tutti per strada, capita anche a me e il bello di questa sensazione è che scade dopo ventiquattr’ore come un banalissimo biglietto giornaliero per il tram. Io non noto nulla di particolarmente vistoso se non il borsone con la scritta Dimensione Danza che si porta in ufficio quando poi la sera dopo il lavoro va in palestra, due volte la settimana, e che la fa sembrare una donna sandwich, quella forma di street marketing a sua insaputa di cui ci ricordiamo solo grazie a qualche storia su Topolino. Per il resto non ha brufoli, non veste in modo provocante, non ha un colore innaturale dei capelli, niente di tutto questo. Non è perfetta come lo sono io e lo sono il resto degli abitanti di questo posto che stamattina sembra che tengano tutti gli occhi puntati su Marta, almeno questa è la sua impressione. D’altronde, le ricordo, dietro l’apparente perfezione trasmessa da quello che vediamo o sentiamo si nascondono spesso fobie, psoriasi, cellulite nascosta da abiti non aderenti, tare familiari che emergeranno con la terza età, scarsa attitudine ai lavori manuali, diabete, ansia da prestazione, scarsa intelligenza, manie compulsive, gusti musicali di merda, alito cattivo, allergie, balbuzie, persino l’aerofagia. Marta mi ricorda della nostra comune amica che si destreggiava nell’ambiente della moda e delle sfilate grazie alla sua bellezza nordica ma che poi, di notte, non riuscivi a starle vicino tanto russava. Ci sono belloni che li metti su una pista da ballo e si muovono come ippopotami e fanciulle eteree da saga celtica che è facile beccarle con le dita nel naso mentre lavorano al pc e poi tutti quanti, dopo una giornata in giro con questo caldo, vi invito a togliervi le scarpe e poi ne parliamo. Una madre molto giovane e bella ci supera con il suo passeggino Mercedes – a giudicare dal design – e la figlia grande per mano che dall’altezza farà le medie. Le sta gridando che ieri avrebbe dovuto studiare anche scienze, siamo alla fine dell’anno e la settimana è piena di verifiche. A me viene in mente il silenzio perfetto delle domeniche pomeriggio nel mio quartiere, rotto però da questi squarci di vita domestica. I ragazzi, a metà maggio, non hanno più voglia di fare niente.