ma gli occhi di marmo del colosso toscano guardano troppo lontano

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Che poi a essere maligni e considerando gli ultimi anni della nostra misera storia, potremmo anche pensare che prima o poi dall’altra parte a qualcuno verrà in mente di accordarsi anche economicamente con qualcuno molto ambizioso da questa parte, supportarlo nella candidatura alle primarie, farlo vincere grazie anche ai voti degli elettori di là e grazie alla frammentazione dei voti degli altri candidati di qua, visto che al principale candidato nonché segretario in carica si preferiranno sicuramente altri più conosciuti localmente o solo perché più giovani o per dare segnali di rottura e altre superstizioni del genere. E alla fine il candidato ambizioso vincerà le primarie ma siccome è inviso (giustamente, se posso esprimere un mio parere) alla base del suo partito, alle elezioni poi lo voteranno in pochi e l’altra parte si assicurerà la vittoria. Segniamoci la data di oggi e torniamo su questo volo di fantasia anche solo dopo le prime proiezioni. Poi non dite che non ve l’avevo detto e scusate la canzone triste.

alcuni audaci in tasca l’umiltà

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Non sapevo come fosse fare politica attiva nel 2011, dedicarsi a un partito oggi, in un momento in cui i partiti non se li fila più nessuno, che qualsiasi cosa categorizzabile nell’insieme della cosa pubblica viene bollata dalla spregevole generalizzazione di avanzo di casta, mannaggia a quei due che hanno lanciato la moda. Non capivo come ci potessero essere ancora persone che si incontrano per discutere, leggere le direttive del segretario, raccogliere idee e discussioni da portare alla direzione provinciale, poi regionale, poi nazionale. Vedersi per parlare anche di sé, in quella forma di associazione da extraterrestri, più che di persone di un altro tempo. Chiedersi quale sia la strada migliore per avvicinare le persone, attuarla per poi rendersi conto che non funziona, quindi ripartire da capo, ogni volta. La tenacia di costituirsi base attiva, andare in un senso mentre il vertice non si capisce bene dove si collochi. Verso il centro, verso la sinistra, verso dove porta l’emergenza nazionale o verso la coscienza di novant’anni di storia. E quando compiremo un secolo, chi ci sarà? Saremo più o meno di oggi, si chiedono, perché se oggi i giovani si contano sui gomiti, nel 2021 chi continuerà la nostra storia, chi si prenderà cura della nostra eredità culturale. Poi l’estate, la festa, i dibattiti e le salamelle, i volontari che partono per dare una mano a quella provinciale. Le raccolte di firme e i volantini, per far sapere le esigenze del territorio a chi non se ne preoccupa. Non ci si cura nemmeno delle esigenze del condominio, figuriamoci poi la città. Tanto la politica è un coprirsi di insulti in un talk show senza capo né coda, un eterno urlarsi senza moderatore fatto apposta affinché i contenuti siano ancora meno chiari. L’estetica dello scontro. Il potere del telecomando. La salvezza dell’oblio nella quotidianità. E fare politica attiva nel 2011, quella che ricostruisce nei circoli territoriali tutto quello che viene stracciato la sera dai responsabili nazionali alla TV, solo i supereoi possono arrivare a tanto. Individui affetti da indomabile titanismo, vedono speranza in un raggio di azione sempre più ristretto. Chissà se sopravviveranno anche all’ultimo attacco, il più feroce, più spietato anche del qualunquismo. Quello della rete. Aspettando, anche qui, l’arrembaggio dei Pirati. Fa davvero venire voglia di fare la tessera.

antropologicamente diversi

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Chiediamo una legge sui partiti che garantisca bilanci certificati, meccanismi di partecipazione e codici etici, pena l’inammissibilità a provvidenze pubbliche o alla presentazione di liste elettorali. A differenza di altri, noi abbiamo già fatto molto per predisporci autonomamente a quella prospettiva. Abbiamo in vigore un codice etico più restrittivo rispetto alle garanzie del percorso giudiziario. Abbiamo recentemente approvato un codice da sottoscrivere da parte dei nostri amministratori per garantire trasparenza dei loro redditi e nelle procedure di appalto e di gestione del personale. Abbiamo applicato per i candidati alle recenti elezioni il codice suggerito dalla commissione Antimafia. Unico fra tutti i partiti italiani, fin dalla sua nascita il Partito democratico sottopone il proprio bilancio ad una primaria società indipendente di certificazione.

Sul Corriere una lettera di Bersani che fa la differenza.

you’ll never walk alone

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provincialismi

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Di certo il PD non eccelle per comunicazione, però, tutti noi, prima di parlare a vanvera, dovremmo almeno informarci.

Proposta di Legge Costituzionale N. 4439 presentata 21 giugno 2011 d’iniziativa dei deputati BERSANI, FRANCESCHINI, BRESSA, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, LENZI, BOCCIA, AMICI, GIACHETTI, QUARTIANI, ROSATO, GIOVANELLI, FONTANELLI, ZACCARIA, BORDO, D’ANTONA, FERRARI, LO MORO, MINNITI, NACCARATO, POLLASTRINI.

non mandare in fumo il tuo voto

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Mi eri già simpatico prima, perché tutte le volte che ho comprato i biglietti per i concerti presso la rivendita Ticket One che hai nella tua tabaccheria non mi hai mai risparmiato qualche battuta sui gruppi a te sconosciuti che andavo a sentire, ricordandoti a distanza di mesi questa o quell’altra band dal nome improbabile, dimostrandoti a tuo modo esperto di “customer care relationship”. Ma hai anche la faccia simpatica, e so che avere un bar tabacchi in centro a Milano non dev’essere facile. Ci sono tuoi colleghi che, altrove, rincorrono malviventi per più isolati e gli sparano. A rapine da far west rispondono con inseguimenti da far west, per poi diventare icone dei movimenti per la giustizia fai-da-te.

E ieri, passando davanti al tuo esercizio, in via Fiamma, ho notato una bicicletta, tutta dipinta di azzurro, con una bandierina che svettava sul manubrio. E su quella bandierina c’era il logo del PD. E a fianco del logo del PD la tua foto. Che non ho riconosciuto subito: mentre passavo di lì, hai colto la mia espressione incuriosita, forse mi hai riconosciuto tra i tuoi clienti più indie-rocker, eri fuori e mi hai confermato “sì, sono proprio io”. Un tabaccaio del PD, un commerciante del PD. Ho deciso allora che ti avrei fatto un po’ di pubblicità, per quanto possa esserti di aiuto in questo umile spazio.

Purtroppo non sono residente a Milano e non posso votarti, ma spero che qualche elettore della zona, indeciso o no, legga questo post, capisca che sto parlando di te, tabaccaio che vendi anche i biglietti di concerti indie-menticabili, e dia il suo voto a te e a Pisapia. Ecco il nome di chi voterei, se vivessi nella zona in cui lavoro: Francesco Fasulo, il tabaccaio di via Fiamma che usa una bici tutta azzurra per fare campagna elettorale. Evviva i commercianti del PD. Evviva Francesco Fasulo. Votatelo.

per i modem occorre un’interfaccia PCI

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e su Il Post l’aggiornamento sulla resa dei conti (si spera finale).

 

fare opposizione

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Se, come leggo su il Post che riprende da il Messaggero, loro diventeranno Popolari, ancora più di così, noi potremmo chiamarci Impopolari, ancora più di così.

poli di opposizione

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Bersani, nell’intervista odierna su Repubblica, annuncia l’avvicinamento del PD verso il Terzo Polo, il che congelerebbe le primarie. Spunti a confronto: Civati e Bracconi. Come non dar ragione a entrambi.

 

 

 

 

tetto per tetto, quasi meglio che porta per porta

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Ce lo ricorderemo così, nei momenti di maggior sconforto