troppa passione in carrozza

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Della gente che si slimona nei luoghi pubblici davanti a tutti ne parliamo spesso, potete anche dire che la mia è tutta invidia perché i cinquantenni che si strusciano per strada non fanno certo un bell’effetto e la puzza di ormone da scambio di saliva in orari in cui è già tanto se la mia lingua riesce a collaborare per trasformare in bolo una fetta biscottata con la marmellata di rabarbaro mi dà alla testa ma solo perché sono fuori tempo massimo.

Oggi invece voglio solo lasciare una nota di biasimo per tutti gli uomini sul treno che si sporgono verso il sedile di fronte per tentare di baciare l’amata salendo con le mani lungo l’esterno delle cosce, avvicinandosi con il corpo mentre lei fa la preziosa voltando il viso per rimirarsi nel finestrino e osservare il livello di dominio che è riuscita a instaurare ripassando un’espressione che ha provato tante volte a casa dopo averla copiata da qualche subdola protagonista di soap dalla sceneggiatura infinita, tipo Beautiful. L’uomo si piega con la schiena in avanti un po’ per mirare alla bocca di lei e un po’ per placare l’entusiasmo inguinale ma la ragazza, ostentando un fastidio artefatto ritraendosi contro lo schienale, con un fare come a dire schiacciami ancora di più, come se il treno anziché essere un passante ferroviario con funzioni di metropolitana fosse un’alta velocità a 350 all’ora lanciato a bomba contro i ritardi di tutto il resto del traffico su rotaia e i passeggeri costretti da quella potenza d’ingegneria dei trasporti, compressi contro il loro posto in classe smart non rimborsabile. Lei dicevo sguscia ancora via come una saponetta insaponata, siamo ancora troppo distanti dalla stazione di arrivo per concedersi, così rintuzza l’assedio amoroso facendo valere il proprio ruolo dominante, d’altronde, come è noto, tira di più il desiderio di accoppiamento – per non dire di peggio – che un carro di buoi. Anzi, un locomotore.