Sappi che se va in porto il tuo progetto di allestire un blog fotografico o un profilo Instagram o un Tumblr in cui postare la tua collezione di istantanee rubate alle persone che aprono la porta di casa loro dopoché hai suonato il campanello o bussato o quel che è avrai tutta la pubblicità possibile qui. La gente deve rendersi conto del modo in cui si affaccia all’uscio e dell’approccio agli ospiti inattesi, pur preannunciati da un suono o dal rumore delle nocche sul legno. Il che è significativo: anche se siamo le persone più aperte e disponibili del mondo, anche se siamo coperti da capo a piedi, quando apriamo la porta di casa lo facciamo per il minimo spazio indispensabile per vedere chi è lo scocciatore, tenendo il corpo coperto dietro nemmeno fossimo nudi, in vestaglia o in mutande. Che poi, voglio dire, o abitate in una villa senza cancello – combinazione meno che impossibile – altrimenti sapete benissimo che se qualcuno si trova al vostro piano è perché gli avete aperto al citofono, in caso contrario è un vostro vicino di casa. Una volta c’erano addirittura case dotate di ingresso abitabile, fatto apposta per ricevere i visitatori senza dover necessariamente lasciare che si introducessero negli ambienti più intimi, e il fatto stesso che tale soluzione porti tutt’ora il nome di una città a me molto cara la dice lunga sull’approccio al prossimo in certe zone del nostro paese. Davvero, la prossima volta che qualcuno suona alla porta di casa vostra provate a far caso a come state per comportarvi e quanto siete disposti ad aprirla. Che l’ospite sia sacro lo si diceva in Grecia e molto tempo fa. Quindi spalancate il vostro appartamento, diamine, oppure fate finta che in casa non ci sia nessuno. Ci farete più bella figura.