Identificare ogni persona con un numero non è certo la soluzione, tantomeno finale, considerando il pessimo precedente che ha questa procedura e, a pelle, dico di no. D’altronde vi sfido a seguire un incontro sportivo i cui protagonisti hanno soltanto il nome e cognome stampati sulla schiena, magari in un contesto di campionati di serie minori in cui i giocatori, anche quelli con le apologie di fascismo – a proposito di soluzione finale – marchiate sulla pelle a testimoniare la disinformazione dell’individuo in questione vita natural durante, sono emeriti sconosciuti e non gli opinion leader dell’arroganza nazi-popolare. Da quando poi certi tornei aprono le porte – giustamente – ai giocatori stranieri con i cognomi impossibili da leggere è davvero un macello.
Nelle sale d’attesa dei poliambulatori invece è diffusa la chiamata con un codice alfanumerico a tutela della privacy, anche se poi talvolta al momento di sottoporti all’ecografia ai testicoli il tuo cognome si sente forte e chiaro attraverso gli altoparlanti di radiologia. A me non fa né caldo né freddo, e anzi io trovo ipocrita ogni segretezza pulcinellesca.
Nessuno qui in ufficio, per fare un esempio, sa quanto guadagnano gli altri, ma non siamo certo noi le prime vittime delle strategie di divide et impera del primo imprenditorello qualunque. Come nessuno conosce i dati sensibili altrui, a differenza di quell’incommensurabile fonte di informazioni digitali a cui ciascuno di noi è associato a furia di lasciare maldestramente o volontariamente impronte elettroniche lungo i suoi viaggi in Internet.
Essere conosciuti per nome e cognome dai database mondiali è però problematico, a partire dai casi di omonimia. Quanti Mario Rossi ci saranno al mondo? E poi scritti con le maiuscole, o con le minuscole, con il refuso o senza spazi tra Mario e Rossi. Insomma, meglio affibbiargli un numero e il gioco è fatto. Mi è capitato di accedere con tanto di username e password a un profilo su una piattaforma istituzionale che non era il mio, malgrado le credenziali. C’era un altro Plus1gmt e il sistema utilizzato ha fatto casino. Mi sono ritrovato di dieci anni di meno, residente in un’altra città (anche se ben nota, considerate le mie origini e il mio vissuto) e con un paio di figli in più. Lì, vi confesso, mi è venuto un colpo. Così ho deciso di chiamarmi Otto, che è un bel nome e anche un numero e poi è una costante nella mia vita, anche se la numerologia su di me ha lo stesso effetto dell’astrologia e del Movimento 5 Stelle.