fate ciao alla mia amica Neneh Cherry

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Se giochiamo a persone famose con cui abbiamo raggiunto il minore grado di separazione, il che significa la conoscenza più o meno dal vivo, una delle mie carte che spiazzano l’uditorio maschile è quella di Neneh Cherry, che magari non impressiona tanto per il valore artistico soprattutto in certi ambienti dove i sette secondi di etno-pop con Youssou N’Dour non hanno tutta questa importanza, ma comunque è indubbio che quando è successo il tutto la mia amica Neneh era al massimo del suo fascino. E questo ve lo posso assicurare. Lo scenario era un festival musicale di metà anni 90 di quelli che nessuno si ricorda più, io e la mia amica Neneh eravamo lì entrambi per fare il nostro show con le rispettive band, io ho aperto una porta per sbaglio e lei era lì che stava chiacchierando con un giornalista e io, paonazzo per la gaffe, ho tentato le scuse con un sorriso che lei ha immediatamente restituito mostrandosi in tutto il suo splendore. Ben poca cosa, lo so, per voi che andate a pranzo con questo o quel cantante indie, ma per un ex tastierista di provincia si tratta di un exploit mica da poco. E ci scommetto che se avessi portato con me la copia in vinile di “God” dei Rip Rig + Panic, che scommetto anche che nessuno di voi sa che era il gruppo post-punk in cui la mia amica Neneh cantava e che io ho acquistato quando voi ancora consumavate i 45 giri del tempo delle mele, la mia amica Neneh avrebbe apprezzato eccome, stanca di dover rispondere alle domande di giornalisti – come quello che a differenza della mia amica Neneh si è innervosito per la mia gaffe – sul black-out della sua carriera successivo a Buffalo Stance. Comunque sono certo che tutti voi potrete recuperare ora con la mia amica Neneh. C’è in giro – o sta per uscire – un suo nuovo disco che, a giudicare dal singolo, mi sembra davvero niente male.