la cena dopo l’ultima

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Dimenticatevi delle solite rimpatriate tra compagni del liceo. La mia amica Arianna se li è ritrovati tutti, appena morta, lì che l’aspettavano. Quelle pallosissime pizzate in cui si rimettono in atto tutte le dinamiche che a sedici e diciassette anni funzionavano e a quaranta o cinquanta – per i sopravvissuti – un po’ meno le abbiamo provate tutti ed è per questo che, per nostra fortuna, alla seconda o terza volta l’alto tasso di pateticità e la vergogna di metterci in mostra devastati dal tempo induce anche i più zelanti organizzatori a demordere. Invece così, da morti, è tutta un’altra cosa, tanto sei morto e peggio di così non potrebbe andare.

Certo è che uno non si immaginerebbe mai un comitato di benvenuto di questo tipo. Voglio dire, muori e pensi di rivedere i tuoi genitori, i parenti che ti hanno lasciato da così tanto tempo che non te li ricordi nemmeno più, addirittura David Bowie perché sa della tua venerazione nei suoi confronti e i si prodiga per essere lì a costo zero, nell’aldilà non ci sono i mega-miliardari russi che coprono d’oro le pop star come gli U2 per presenziare alla festa dei diciotto anni della figlia. Da morti siamo tutti uguali e se proprio uno deve sognare tanto vale sognare in grande e sperare ci sia il suo papà e David Bowie che ingannano l’attesa parlando di musica, perché nell’aldilà anche le persone delle generazioni passate comprendono David Bowie, tutti capiscono tutto e non c’è bisogno di spiegargli le cose.

Invece per Arianna non c’era né sua mamma e la sorella morta di overdose, non c’era Freddy Mercury – Arianna va matta per i Queen – ma c’era la quinta D al completo. Luca non era ancora caduto giù sulla scogliera con la 126, Alberto aveva già ampiamente ammesso con se stesso la sua omosessualità, Stefano si era dato pace con il suo sport preferito e persino Roberto si era deciso a studiare con impegno per non rimanere indietro rispetto agli altri. Alessandra era nella versione pre-esaurimento nervoso, Anna non votava ancora i grillisti e Davide era lo stesso figo di sempre. C’erano persino i tre di Varazze di cui Arianna non si ricordava neppure il nome tanto la loro personalità era senza pretese.

Ora non dovete però porvi il problema di come faccio a sapere queste cose, semmai sappiate che è più grave che non sappia come è andata a finire questa storia. Se hanno deciso per una pizzata anche di là o se hanno pensato di rivivere la gita scolastica come nei film quando si guarda al passato, mi riferisco ai polpettoni un po’ datati come “Il Grande Freddo”. Forse è stata solo una coincidenza o invece, per Arianna, quella del liceo è stata l’esperienza più forte mai provata ed è per questo che se li è trovati tutti lì, seduti nei banchi, mentre lei entrava in classe e rimaneva senza parole, poi sorrideva, poi si metteva a frignare, e poi le parole le ritornavano tutte, una per una.