Quello che mi succede più spesso è che rimango talmente allibito dalle argomentazioni altrui su questioni che io do per scontato che poi davvero non so da dove partire con l’esposizione del mio punto di vista, perché dovrei cominciare prendendola dall’inizio, come quando alle interrogazioni si contestualizzava la lezione da ripetere iniziando dagli uomini primitivi. Un po’ perché non tutti avevano già acquisito il dono dell’arrivare al punto con poche parole e un po’ perché si cercava di perdere tempo, ubriacando gli insegnanti con una presunta ars loquendi, con l’obiettivo di distrarli dalla nostra scarsa preparazione.
Ma la confutazione di punti di vista diametralmente opposti non fa proprio per me, cioé se sento dire cose a cui non sono abituato, ed è talmente ampio lo sforzo che dovrei fare per raccogliere le idee, organizzare i contenuti e farli confluire in un discorso efficace che, al terzo o quarto secondo di scena muta, mi rendo conto che è meglio finirla lì e lasciare perdere, quando l’interlocutore non ha ancora colto la mia intenzione di intervenire e quindi confonde la mia esitazione con una manifestazione di silenzio assenso, il che va a a mio favore. Perché in certi casi partire con una testata dritta sul naso di chi hai di fronte e che è convinto della propria verità sarebbe la soluzione, ma non sempre si tratta di una strada percorribile.
Poco fa sentivo una specie di microfono aperto su Radio Maria, non chiedetemi il motivo di questo masochismo innato, ma stavo guidando da più di quattro ore e di fare zapping tra le stazioni commerciali non ne potevo proprio più. Così mi sono soffermato su un dibattito telefonico incentrato sui diritti alle coppie di fatto, gay e no, e mentre si susseguivano le telefonate – allucinanti – ho pensato che effetto mi farebbe intavolare una discussione con persone che sono così all’opposto dei miei valori e della mia etica. Perché stare sempre tra quelli come te non fa bene, o meglio, fa bene alla salute perché così tieni al slcuro il tuo sistema nervoso, ma poi magari ti fai un’idea della società che non è quella giusta. Pensi che il mondo sia abitato da esseri umani come quel pugno di amici che frequenti, e invece no. Innanzitutto perché ci sono quelle decine di semplici conoscenze più o meno simili a te, con le quali il confronto è già più difficile perché la pensano grosso modo analogamente ma con tutte quelle sottili sfumature che un po’ ricordano il variegato universo della sinistra italiana, con quella pletora di partitini tutti con la bandiera rossa, quelli che mettono sempre in discussione tutto solo per il gusto di farlo o perché devono seguire la propria coscienza. Ecco, chissà se invece una bella litigata con uno di Militia Christi sarebbe più producente, sempre che se ne esca vivi.