E alla fine ci sono cascato anche io. Ho installato un’app che ti dice il tempo che farà il per il futuro prossimo, almeno fino al sabato che viene e, considerando che oggi è domenica, sono ben sei giorni. Posso sapere se nel momento in cui partirò per le vacanze estive ci sarà il sole oppure no o cose anche meno nobili, come se oggi potrò stendere sul balcone i panni senza che la tromba d’aria Tizia o Caia mi costringerà a raccogliere calzini e boxer nel corsello dei box. E anche questa nuova moda di dare un nome agli eventi atmosferici che è in auge da un po’ qui in Italia, giusto per importare dall’estero sempre e solo gli aspetti meno utili. Non so, non potremmo copiare i tedeschi nel loro senso civico anziché tirare in ballo i protagonisti della mitologia o della letteratura classica per questo o quello, non considerando che al massimo la gente conosce i personaggi dei libri di Moccia e che si trova a disagio con la letteratura in genere, soprattutto quando fa un caldo porco. Già, siamo in estate, di norma le temperature sono elevate. Ed è facile chiedersi da quando le condizioni meteo siano diventate un argomento di discussione così diffuso, oltre il proverbiale più e meno con cui intrattenersi con gli sconosciuti nelle sale d’aspetto. Ci sono persino programmi che vanno oltre i consigli su prendere l’ombrello o indossare la canottiera, c’è tutto un mondo di meteo-star che entra nelle nostre case dalla tv, dalle riviste, dalla rete, per convincerci a desistere dai nostri piani perché – oddio – pioverà. Hanno un impatto sull’economia, riescono addirittura a farsi nemiche le associazioni di categoria in ambito turistico. Esistono persino canali televisivi monotematici dedicati alle previsioni del tempo. Così pensavo che cazzo ci sia da dire, come prima cosa. E poi perché se ne deve parlare. Se c’è il sole, bene. Se piove, amen.