la grande truffa dei cori e rumori dei Chrisma su Nuova Ossessione dei Subsonica

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Nel 1978 avevo undici anni e, pur essendo già molto competente in fatto di musica, tuttavia applicavo metri di valutazione in questo ambito subordinati ai più comuni fattori che esercitano influenza sui ragazzini di quell’età. Questo per dire che dei Chrisma (poi Krisma), ancora prima dell’acerbo sound post-punk mitteleuropeo, un’autentica primizia per il nostro paese, mi aveva colpito lo stacco di coscia di Christina Moser. Solo anni dopo ho capito che sotto quelle pulsioni ormonali si nascondeva l’attrazione per lo stile che poi ha condizionato ogni mia scelta nei quarant’anni successivi e che costituisce la matrice di ogni mio ascolto tutt’ora. Anzi, probabilmente la curiosità per quanto parzialmente mostrato dal di lei spacco inguinale era solo la punta di un iceberg emotivo che sormontava un ingombrante quanto inesorabile universo musicale in fase di gestazione.

Questo perché, come avrete letto tutti, ieri ci ha lasciato Maurizio Arcieri, la componente maschile in vita e in arte del duo dei Chrisma (poi Krisma). Maurizio Arcieri, o semplicemente Maurizio come si faceva chiamare ai tempi de “L’amore è blu”, era a sua volta un gran figo. I Chrisma (poi Krisma) sono stati uno dei tanti gruppi e artisti italiani molto stretti nelle banalità commerciali da classifica, sempre troppo avanti, poco radiofonici, ballabili a fasi alterne, televisivamente di un’altra dimensione, difficilmente categorizzabili, in una parola musicalmente disadattati. Dei veri aristocratici dello show business, pionieri dei nuovi media e della comunicazione multicanale.

Nel pieno del revival anni 80 sono stati persino invitati dai Subsonica a collaborare per il brano “Nuova ossessione”, presente nell’album Amorematico uscito nel 2002, una mossa che mi ha riempito di gioia considerando che mi si era aperta la possibilità di vedere due tra le cose più interessanti mai sentite in Italia suonare insieme nello stesso pezzo. Poi ho ascoltato il brano, non appena pubblicato il disco. L’ho ascoltato due volte, poi tre, quattro, dieci, cento, cinquecento, ma pur considerandomi un vero scanner nel cogliere e isolare singoli frammenti sonori, non sono mai riuscito a comprendere in quale punto del brano ci sia l’apporto di Christina Moser e di Maurizio Arcieri. Tenete conto che i brani dei Subsonica di per sé sono barocchismi elettronici, degli autentici babà armonici farciti all’eccesso di suonini ed effetti vari, tanto che con le piste usate per una sola canzone ne potrebbero comporre almeno il doppio. Quindi vi sfido a trovare il coretto o il rumore voluto dai Chrisma (poi Krisma).

Mi sono pure chiesto se sia stata esclusivamente una mossa commerciale. I Subsonica che si affacciano al pubblico un po’ anziano dei Chrisma (poi Krisma) per darsi un’aria più matura, o viceversa i Chrisma (poi Krisma) che si avvalgono dei Subsonica per abbordare qualche sbarbatello dei centri sociali e qualche fan di elettro-rock e tornare un po’ in auge. Ma il tutto solo a parole. Si fa un annuncio a vantaggio di entrambi ma poi, in pratica, non si combina nulla. Il che, conoscendo l’intelligenza, un certo cinismo e il modo interessato di intendere il mercato degli uni e degli altri non mi stupirebbe. Poi si sa, vogliamo bene ai Subsonica, siamo altrettanto carichi di affetto per i Chrisma (poi Krisma) – e soprattutto oggi – quindi ascoltiamo lo stesso “Nuova ossessione” sempre con grande piacere, e ci immaginiamo Maurizio e Christina in studio con Casacci e soci, con i loro ciuffi e le gonne mozzafiato malgrado l’età, intenti in un formidabile playback come ai vecchi tempi.