il 3D del momento

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Certo che se viene fuori che Bansky è davvero Robert Del Naja, aka 3D dei Massive Attack, siamo di fronte a un vero colpaccio. Se dovessi rispondere a una domanda a bruciapelo su chi sia, secondo me, il gruppo più completo della storia della musica, laddove per completo intendo un insieme di suoni e ritmi che mi soddisfano al 100% con una bella farcitura di elettronica intelligente, il tutto completato da un progetto con i contro-fiocchi e l’idea di una band senza frontman che invita cantanti a ricoprire il ruolo di voce solista – uno su tutti il mio beniamino Tunde Adebimpe dei Tv On The Radio – ecco credo se me lo chiedeste indicherei nei Massive Attack la risposta. Per cui, cari Massive Attack, sappiate che se il vostro 3D è davvero Bansky il jackpot nel mio cuore è assicurato.

questione di genere

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Tenete conto che mentre impazzava il grunge, noi addetti alle macchine elettroniche dotate di tasti bianchi e neri eravamo i meno richiesti, anzi sembrava che nessuno sentisse la nostra mancanza. Giusto qualche esagitato metallaro con tendenze industrial o i punk dal rumorismo incontrollato ci consentivano di amplificare sampler e tastiere. I primi solamente se in grado di riprodurre trapani, trivelle e noise delle peggiori nefandezze, i secondi solo se intercettati da un distorsore. Un gran bordello insomma. Così, dalla nostra lontana colonia di esilio, salutammo con un anelito di speranza l’uscita di Blue Lines dei Massive Attack, ancora molto acerbo e troppo in anticipo sui tempi tanto da essere considerato né più né meno di un album di pop dance raffinato. Unfinished Sympathy, pensata per i club, passava alla grande in discoteca, non in tutte, ma la voce soul e il loop breakbeat non sembravano certo il primo passo verso uno dei generi più caratterizzanti degli anni 90 passato alla storia come trip hop, di cui di questi tempi si celebra il ventennale. Da Bristol questo mix di un po’ di tutto si svilupperà in molteplici sottogeneri ed evoluzioni, si unirà ad altri sound, percorrerà strade e spopolerà ovunque. Lo troveremo dall’India al Brasile, dal Belgio al Canada sino all’Africa e all’Italia, addirittura cantato in dialetto. Insomma, per chiudere come farebbe un vero giornalista musicale, venti anni e non li dimostra. Lunga vita al trip hop, abbiamo detto qualche anno dopo quanto è stato coniato il termine. Oggettivamente, noi addetti alle macchine non ci siamo mai divertiti così tanto.

ops, volevo dire:

2010, il meglio (in musica) dell’anno del contatto

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High Violet - The National

#1 The National – High Violet

Ho provato e mi sono applicato meticolosamente, ve lo giuro. Giorni e giorni di ascolto volontario e talvolta forzato. Ma non riesco a trovare, non solo in High Violet ma in tutta la discografia della band di Matt Berninger, un solo pezzo che non mi piaccia. Un passaggio, un arrangiamento, una melodia o che altro. O un testo scontato. Questo non è solo il primo posto nella classifica dei migliori album del 2010. È anche un primo posto per il migliore gruppo dei ’10 (nel senso del decennio) e una sorta di umile (perché conferito da me) premio alla (loro) carriera a cui va anche il merito della (mia) perseveranza, visto che è l’unico gruppo di cui ho comprato praticamente tutta la discografia su vinile. Oltre ad averla scaricata, prima.

Maximum Balloon - s/t

#2 Maximum Balloon – s/t

Qualunque cosa sfornino i Tv On The Radio spacca. Vi sembra troppo? Considerate allora anche solo Rain Machine, le varie consulenze vocali di Babatunde “Tunde” Adebimpe o le esibizioni live con Peter Murphy e Trent Reznor e non potrete che darmi ragione. Il progetto solista di David Andrew Sitek, poi, è una compilation di singoli che, uno via l’altro anche a distanza non ravvicinata, possono distrarre i fans dei TVOTR che, come me, non vedono l’ora di mettere le mani sul seguito di Dear Science. Una sorta di evoluzione dei Tom Tom Club. Il piri-piri-pi-pi-pi di synth di Groove Me non riesco davvero a togliermelo più dalla testa. Proverò a dare sfogo alla mia morbosità, prima o poi, azzardando un mash-up tra la traccia numero 2, Young Love, e questa hit anni ’80. Acquistato in vinile.

Suuns - Zeroes QC

#3 Suuns – Zeroes QC

Ho esagerato? Ma no. Canadesi di origine e segretamente canadesi di pubblicazione, i Suuns hanno dato alla luce il migliore album d’esordio dell’anno, questo vale bene un terzo posto. C’è un po’ di tutto, anche di Tv On The Radio, il che ne fa una miscela davvero originale e moderna. Sentite qui o qui, per esempio. Non aggiungo altro che non si trovi in questa recensione.

Interpol - Interpol

#4 Interpol – s/t

Il disco più sottovalutato dell’anno, forse solo perché è stata sopravvalutata la band in passato. Stroncato dalla maggior parte delle recensioni, trovo sia invece un ottimo lavoro, meno facile dei precedenti e quindi da ascoltare con attenzione. Un paio di pezzi che colpiscono subito (i singoli già pubblicati e Success), altri da meditazione (soprattutto il lato B se, come me, avete acquistato il 33 giri). Di certo il cambio di formazione non ha giovato. Non ho visto il live, ma in qualche apparizione disponibile su Youtube non sembra che il nuovo bassista abbia la stessa precisione di Carlos Dengler e, soprattutto, la seconda voce del nuovo tastierista è poco adatta a supportare il timbro di Paul Banks.

The Walkmen - Lisbon

#5 The Walkmen – Lisbon

Dice (anzi scrive) bene Lorenzo Righetto su Ondarock: Lisbon è un disco affascinante, una raccolta di serenate cantate da una delle voci più taglienti dell’alt statunitense. D’altronde non è immediato sentirsi comodi sul timbro di Hamilton Leithauser. Vette dell’album, almeno come le sento io, la composizione per gruppo rock e banda civica Stranded e Torch Song, un pezzo d’altri tempi.

Bruce Springsteen - The Promise

#6 Bruce Springsteen – The Promise

Un disco “di scarti”, che si commenta da sé.

Seguono:
#7 Tame Impala – Innerspeaker
#8 Massive Attack – Heligoland
#9 Lonelady – Nerve up
#10 M.I.A. – /\/\ /\ Y /\
#11 Soft Moon – s/t
#12 Everything Everything – Man alive
#13 The Foals – Total life forever
#14 Arcade Fire – The suburbs
#15 UNKLE Where Did The Night Fall

Italiani? Non pervenuti.