Questa volta però vince Zamboni, almeno a detta de La Stampa.
Da allora le strade di Ferretti e Zamboni non si sono più incrociate, e la crepa da artistica si è fatta personale, anche se poco tempo fa i due si sono riparlati: niente più musica insieme all’orizzonte, giusto un colloquio amichevole. Tant’è vero che Ferretti lo scorso febbraio è ripartito in tour accompagnato da due ex Ustmamò, uno dei gruppi del Consorzio, annunciando che avrebbe riproposto un excursus completo della sua carriera. L’attesa era grande e l’Estragon di Bologna strapieno per la data d’esordio, con la gente impaziente di risentire Emilia paranoica o Curami: Giovanni Lindo invece, ieratico e post-rock come siamo abituati a vederlo da anni, ha distillato un concerto molto acustico e d’atmosfera annegando i rari pezzi della sua prima formazione come Annarella, in uno spettacolo dai tempi dilatati. Un effetto straniante; per chi invece ha seguito il percorso di Ferretti in questi anni, da punk alienato a una sorta di monaco sceso dal suo Appennino, nessuna sorpresa.
Tutt’altra storia il tour di Massimo Zamboni, esplicito fin dal titolo nel rendere omaggio al suo passato: Solo una terapia – dai Cccp all’estinzione, sta scritto sui manifesti, e i concerti mantengono la parola con una lunga serie di canzoni tratte dai dischi dell’ex band filosovietica, come s’è visto all’Off di Modena. Per sostituire l’insostituibile Ferretti Zamboni ha pensato bene di chiamare sul palco Angela Baraldi, già vocalist di Lucio Dalla, protagonista della scena musicale bolognese e attrice in Quo vadis baby, film e serie tv. Sintonizzata di suo con certo spirito dark di trent’anni fa, la cantante interpreta i classici dei Cccp urlandone la rabbia sui timbri più bassi che le sono propri, ma con buona efficacia. Ed ecco piovere Allarme, Io sto bene, Tu menti, Curami, Emilia paranoica. Giovanni Lindo non c’è, ma il punk dei Cccp suona ancora bene.