Secondo Stereogum, M.I.A. avrebbe condiviso un brano di quello che doveva essere uno dei migliori dischi del 2012 e invece lo sarà ma del 2013 (e non c’è nessun problema, anzi), dicevo che lo ha condiviso con un suo follower su Twitter, che a sua volta non ha esitato a condividerlo con il resto del mondo. Noi ci crediamo, ed eccolo qui.
M.I.A.
la sigla è mia
StandardNel senso che M.I.A., che in questo periodo tutti vedete e sentite nell’onnipresente singolo di MDNA, ha curato la sigla di “The world tomorrow”, il talk show di Julian Assange. E ammetto che da qualche tempo non ascolto altro che il tormentone Bad Girls e i suoi lavori precedenti, compreso il nastrone Vicki Leekx che avrete già scaricato gratuitamente, e se non l’avete fatto lo trovate qui, in attesa che sia pubblicato il nuovo album. Comunque carina anche la wiki-sigletta, vero?
tua!
StandardMentre sui canali mainstream si celebra il nuovo singolo di Madonna, nei siti di nicchia come il mio (ehm) divulghiamo la pubblicazione di “Bad Girls”, il nuovo video di M.I.A, che i più pronunciano Maya, ma che in questo caso non giustificherebbe il titoletto che ho trovato e che ricorda una partita a “ce l’hai”, anzi potrei brevettare questo nuovo giochetto tra bloggerz: il primo che legge questo post ce l’ha, e deve passarla a qualcun altro. Anche a questo serve il duepuntozero. E comunque non è proprio una novità, questa nuova canzone di M.I.A, perché era una traccia di quel mistone di Vicki Leeckx, scaricabile e scaricato già lo scorso anno. E comunque M.I.A. compare anche nel nuovo singolo di Madonna, alla voce “Feat.” che oramai vuol dire un po’ tutto.
2010, il meglio (in musica) dell’anno del contatto
Standard#1 The National – High Violet
Ho provato e mi sono applicato meticolosamente, ve lo giuro. Giorni e giorni di ascolto volontario e talvolta forzato. Ma non riesco a trovare, non solo in High Violet ma in tutta la discografia della band di Matt Berninger, un solo pezzo che non mi piaccia. Un passaggio, un arrangiamento, una melodia o che altro. O un testo scontato. Questo non è solo il primo posto nella classifica dei migliori album del 2010. È anche un primo posto per il migliore gruppo dei ’10 (nel senso del decennio) e una sorta di umile (perché conferito da me) premio alla (loro) carriera a cui va anche il merito della (mia) perseveranza, visto che è l’unico gruppo di cui ho comprato praticamente tutta la discografia su vinile. Oltre ad averla scaricata, prima.
#2 Maximum Balloon – s/t
Qualunque cosa sfornino i Tv On The Radio spacca. Vi sembra troppo? Considerate allora anche solo Rain Machine, le varie consulenze vocali di Babatunde “Tunde” Adebimpe o le esibizioni live con Peter Murphy e Trent Reznor e non potrete che darmi ragione. Il progetto solista di David Andrew Sitek, poi, è una compilation di singoli che, uno via l’altro anche a distanza non ravvicinata, possono distrarre i fans dei TVOTR che, come me, non vedono l’ora di mettere le mani sul seguito di Dear Science. Una sorta di evoluzione dei Tom Tom Club. Il piri-piri-pi-pi-pi di synth di Groove Me non riesco davvero a togliermelo più dalla testa. Proverò a dare sfogo alla mia morbosità, prima o poi, azzardando un mash-up tra la traccia numero 2, Young Love, e questa hit anni ’80. Acquistato in vinile.
#3 Suuns – Zeroes QC
Ho esagerato? Ma no. Canadesi di origine e segretamente canadesi di pubblicazione, i Suuns hanno dato alla luce il migliore album d’esordio dell’anno, questo vale bene un terzo posto. C’è un po’ di tutto, anche di Tv On The Radio, il che ne fa una miscela davvero originale e moderna. Sentite qui o qui, per esempio. Non aggiungo altro che non si trovi in questa recensione.
#4 Interpol – s/t
Il disco più sottovalutato dell’anno, forse solo perché è stata sopravvalutata la band in passato. Stroncato dalla maggior parte delle recensioni, trovo sia invece un ottimo lavoro, meno facile dei precedenti e quindi da ascoltare con attenzione. Un paio di pezzi che colpiscono subito (i singoli già pubblicati e Success), altri da meditazione (soprattutto il lato B se, come me, avete acquistato il 33 giri). Di certo il cambio di formazione non ha giovato. Non ho visto il live, ma in qualche apparizione disponibile su Youtube non sembra che il nuovo bassista abbia la stessa precisione di Carlos Dengler e, soprattutto, la seconda voce del nuovo tastierista è poco adatta a supportare il timbro di Paul Banks.
#5 The Walkmen – Lisbon
Dice (anzi scrive) bene Lorenzo Righetto su Ondarock: Lisbon è un disco affascinante, una raccolta di serenate cantate da una delle voci più taglienti dell’alt statunitense. D’altronde non è immediato sentirsi comodi sul timbro di Hamilton Leithauser. Vette dell’album, almeno come le sento io, la composizione per gruppo rock e banda civica Stranded e Torch Song, un pezzo d’altri tempi.
#6 Bruce Springsteen – The Promise
Un disco “di scarti”, che si commenta da sé.
Seguono:
#7 Tame Impala – Innerspeaker
#8 Massive Attack – Heligoland
#9 Lonelady – Nerve up
#10 M.I.A. – /\/\ /\ Y /\
#11 Soft Moon – s/t
#12 Everything Everything – Man alive
#13 The Foals – Total life forever
#14 Arcade Fire – The suburbs
#15 UNKLE Where Did The Night Fall
Italiani? Non pervenuti.