non vedo perché dovremmo smettere

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Costruirsi o ritagliarsi una dimensione in cui stare a proprio agio è un po’ l’anticamera della perdita del senso di realtà, nel senso che è legittimo avere spazi fittizi o meno di evasione ma è sano che essi siano trasparenti, come quando guidi sovrappensiero ma tenendo all’erta certi sensi – non saprei dirvi quali – per tornare immediatamente con gli occhi sulla strada, le mani ferme al volante e i piedi sui pedali in caso di necessità. Eppure sono molteplici le esperienze che possiamo raccontarci di questa sorta di salto volontario al di là dello specchio di Alice, con l’intento di raggiungere un contesto artificiale, una stanza dei giochi tutta dentro la nostra testa, un armadio in cui rifugiarci quando la realtà litiga con se stessa e noi siamo quelli che ci andiamo di mezzo. Non so se esista in psicologia un modo per definire questo passaggio di stato temporaneo ma così totalizzante. A me ricorda certi giochi che facevo da solo da bambino, attività di cui solo una parte esisteva dal vero e si poteva vedere o toccare, ma tutto il resto si svolgeva esclusivamente nella mia fantasia ma in un modo così avvincente che non esiterei a paragonare a una trance. Posso fare l’esempio del plastico di un campo di battaglia fatto con cose trovate in casa – soprammobili e oggetti vari – in cui soldatini di plastica si fronteggiavano all’ultimo uomo. Oggi l’abitudine allo scontro con problemi concreti ci ha imposto una scelta di campo da questa parte della mente, quella che vedono tutti e nella quale, nella rappresentazione ludica di un fronte di guerra, soprammobili e oggetti vari svolgono unicamente la funzione indotta dalla loro essenza e nulla più. Tutto questo ci porta a stare chini ore su libri stampati, in digitale o cartaceo, scritti da autorevoli terzi o da noi stessi principianti, da cui si sprigiona quel tepore che ritempra lo spirito ma anche il corpo, talvolta, e un giorno magari faremo il punto con le cose e capiremo se sia giusto o sbagliato che delle parole occupino così tanto spazio nelle nostre vite.