il ritratto della signora Ines con gli occhi chiusi

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“Nonna, sembra che ci stiano guardando tutti” dice il bimbo per nulla impressionato dalla curiosa linea prospettica dei ritratti posti sulle lapidi all’altezza del suo sguardo, durante la straordinaria visita al cimitero del sabato mattina. Gli occhi per lo piĆ¹ in bianco e nero sono infatti ubicati tutti lungo lo stesso orizzonte. La sorellina che ĆØ giĆ  piĆ¹ avanti di lui, piĆ¹ avanti nel senso dello sviluppo intellettivo, malgrado a occhio potrebbero essere gemelli o comunque separati da una manciata di mesi, comprende che non ĆØ quello il particolare che dovrebbe colpire della cittĆ  dei morti. Gli dice infatti che loro, quelle persone sconosciute sulle lapidi, non ci possono guardare perchĆ© sono persone che non ci sono piĆ¹ e che, tra l’altro, sono morte in tempi differenti quindi ĆØ difficile che una foto dell’81 e una del 74 possano condividere una comunione di intenti. Al massimo l’estrema unzione, sacramento. Ma la fila di muti osservatori si interrompe con la signora Ines, deceduta nel 1962, immortalata – ĆØ proprio il caso di dirlo – a occhi chiusi, quando era giĆ  completamente di lĆ . Non ĆØ il caso di biasimare i congiunti, un tempo forse non era cosƬ comune avere ritratti propri in vita e cedere alla vanitĆ  come ora, di certo c’erano meno social network e la gente normale non era usa a concedersi il book fotografico apposta per i propri followers. CosƬ per soddisfare l’esigenza dei visitatori di dare un volto a un nome, i parenti della signora Ines hanno ritenuto fosse meglio cosƬ. Una foto che un po’ accende la morbositĆ  dei due piccoli curiosi. La nonna accorre a dare spiegazioni, in quella foto la signora Ines dormiva. Ma i due, che in pochi anni di vita hanno giĆ  probabilmente visto piĆ¹ film horror di tutto il resto della famiglia nonni compresi, mica ci cascano. La nonna allora per portarli via da lƬ racconta ai nipoti la storia della croce senza nome. C’ĆØ una croce di legno lĆ  in un angolo, piantata nel terreno, adornata solo di un vaso in rame scampato alle razzie cui tale metallo ĆØ soggetto con qualche fiore finto ma, malgrado il materiale artificiale, in pessimo stato. La nonna racconta che tutte le volte che si reca in visita al marito, che riposa in pace da qualche parte in quel cimitero, ĆØ solita recitare un eterno riposo a quella sepoltura ignota passando da lƬ perchĆ© una volta, in sogno, un conoscente non ben definito le era apparso manifestandole proprio quel desiderio. Lui era stato sepolto lƬ, le diceva nel sogno. Nessuno perĆ² si fermava a contemplare la solitudine e l’incuria in cui versava quella tomba. La bambina sembra affascinata dal racconto e chiede piĆ¹ dettagli, vuole andare fino in fondo. Il fratello non perde tempo, non ascolta nemmeno come finisce la storia della nonna e torna a studiare l’espressione della signora Ines da morta, che ĆØ stata fotografata con gli occhi chiusi.