Tutti sembrano giustamente presi dalle proprie e altrui tragedie sentimentali, e ci mancherebbe che le storie che si chiudono o i partner di una vita che prendono il volo non debbano avere il diritto di occupazione, per meritata gravità, dei grandi spazi emotivi, artistici, letterari privati e pubblici e in alcuni atroci casi anche della cronaca. Così ho pensato che sarebbe però corretto ritagliare un angolino per le piccole delusioni amorose, gli episodi che non spezzano il cuore delle persone ma che, anche se lo scalfiscono perché la cosa è agli inizi o non c’è nemmeno una relazione sancita dalle parti ma solo un po’ di flirt o ancora meno, ti piace una e la vedi con un altro o scopri che ascolta Biagio Antonacci o che vota Grillo, per dire, ecco sono impercettibili ostacoli alla felicità che magari si stemperano nel giro di qualche giorno grazie all’amor proprio, però poi uno si può anche chiedere dove vadano effettivamente ad esaurirsi tali velleità, se ci sia o no in poche parole un cimitero delle infatuazioni temporanee. Dove vengono fatte brillare tutte queste cariche esplosive, ma giusto per una procedura fin troppo esagerata, trattandosi di ordigni a salve. Quelle volte in cui è successo che sembrava che… e invece poi niente. Quando si usavano le agende di carta, ed era un regalo natalizio piuttosto diffuso, più o meno in questo periodo si poneva l’annoso problema di copiare indirizzi e numeri di telefono su quella nuova. L’abbiamo fatto tutti, no? Ecco, molta di quella potenziale energia rimaneva lì, annidata nei contatti che non venivano trasferiti nell’anno successivo perché inutili, superati, sorpassati. Il registro degli innamoramenti con riserva veniva aggiornato proprio al netto della realtà dei fatti. Magari si trattava solo di un paio di voci, a volte una manciata, in ogni caso un sistema di fare bilanci su quanto ci eravamo spesi e quanto, l’anno successivo, ci saremmo comportati esattamente allo stesso modo.