Lo so che così ci si fanno dei nemici, si perde il consenso, i lettori vanno da un’altra parte verso blog più accondiscendenti, quindi trattatemi pure come uno dei due vecchietti dei Muppet che al sicuro dal loro palchetto a teatro e protetti dalla loro senilità – nonché dalla loro natura artificiale – possono sputacchiare sentenze impuniti sulla platea sottostante. Ma lo sapete, vero, che trovo imbarazzante la musica italiana attuale, non tutta ma solo quella che conosco, e sicuramente non ne conosco molta perché non mi interessa, e non ho nessuna intenzione di occuparmene perché la vita è troppo breve anche solo per fare dei tentativi.
E i gruppi o cantanti stessi che troverete nel listone qui sotto non devono preoccuparsi troppo, sono tutt’altro che un influencer, il mio giudizio vale come il due di picche, per non contare che sono fuori target perché sono già nella fascia anagrafica della balera alla domenica pomeriggio.
Trovo comunque così teneri certi quotidiani nazionali che ogni tanto mettono notizie su questi fenomeni musicali nostrani in evidenza come se si trattasse di David Bowie o, per essere più comprensibile a voi del nuovo secolo, gli One Direction, ma non è difficile immaginare la reazione del lettore medio che già per lui la musica è quello che passa il convento MTV o Radio Diggei, figuriamoci simili cianfrusaglie trovate in cantina dove usano esercitarsi con le loro pianole elettroniche o i loro ampli valvolari e, onestamente, è giusto che lì rimangano. Tanto per quei tre o quattro seguaci al netto di fidanzate e amici che ci provano con le loro fidanzate, nei seminterrati o nei box adibiti a sala prove c’è spazio sufficiente ad accoglierli.
Ecco, qui di seguito, di chi faccio volentieri a meno, anche perché a parte giornate come questa in cui mi capita di leggere qualcosa di loro, oggi c’era una foto di uno di questi sulla home di Repubblica, il tempo di finire questo post e sono già belli che tornati nell’anonimato, torno a non saperne nulla e posso mettere su un disco di un bel gruppo americano di quelli che piacciono a me.
Quindi cari Brunori, Dente, Baustelle, il Genio, Luci della Centrale Elettrica, i Cani, Di Martino, Zen Circus, Management del dolore post operatorio, Ministri, Marta sui tubi, Colapesce, Beatrice Antolini, Mariposa, A Toys Orchestra, che siete addirittura la punta di un iceberg di sommerso che solo a Rockit sanno cosa c’è dentro, ecco, mi spiace, ma proprio non ci siamo. E lo so, forse dovrei motivare caso per caso cosa c’è che non va. I testi, i suoni, l’approccio, l’atteggiamento, le storie raccontate, le pose, il metro quadro a cui vi rivolgete, gli strumenti stessi a volte. Quando vi ascolto mi sembra che tutto si sia rimpicciolito, che più che il paese reale di Manuel Agnelli questo sia diventato il paese delle meraviglie di Alice, quando si fa di dimensioni minime solo per seguire il Bianconiglio. La metafora fatevela da soli. Comunque siete liberi di aggiungere qui sotto le vostre preferenze al contrario, vi ricordo solo che è vietato pronunciare il nome Offlaga Disco Pax.