il 2016, l'anno del corto circuito

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Ho da tempo pronta una lista di morti illustri del 2016 ma, come vedete, certe cose è meglio aspettare a pubblicarle. Ci sono diverse letture che si possono dare di questa mattanza di celebrità lunga 12 mesi ma se ne è parlato in lungo e in largo e ogni parola rischia di essere superflua. Vorrei solo porre l’accento sui due casi che costituiscono in sé una sorta di corto circuito per i particolari che li contraddistinguono e che hanno dell’incredibile.

Intanto programmare il proprio compleanno con la propria eutanasia è un colpo da maestro se poi, all’uscita di scena, ci aggiungi l’uscita di un album, l’ultimo, che poi è anche un capolavoro come “Blackstar” con l’aggiunta di tutti i segreti che cela la copertina della sua versione in vinile che si svelano un po’ per volta come una sorta di eredità. Bowie è geniale anche da morto.

Il secondo caso è storia recentissima: diventi famoso in tutto il mondo e fino alla fine dei tempi per una canzone sul Natale, l’ultimo per giunta, e qualcosa ti strappa da questo mondo proprio la sera di Natale, dopo che da trent’anni a questa parte ogni Natale ovunque si sente quella canzone lì come se dovesse essere l’ultimo dei natali, per giunta in un anno in cui si sono sprecate le battute su questo o quel cantante deceduto e quale avrebbe potuto essere il prossimo. Roba da matti. Vi prego veramente di svegliarmi prima di uscire uscire (questa è sottile, spero la capiate almeno in due).

Se poi ci aggiungete che il 2016 è stato un anno bisesto e che David Bowie e George Michael sono stati la prima e l’ultima star della musica a raggiungere le classifiche eterne dell’aldilà, l’alfa e l’omega, beh, un corto circuito del corto circuito così sarà impossibile da replicare, nei secoli dei secoli.