Il 2016 non sarà ricordato solo per i morti celebri ma anche perché, nel giro di pochi mesi, la musica italiana ha mandato un triplice segnale di rottura con il passato, una tripletta di colpi di coda senza precedenti: Manuel Agnelli a X-Factor, Boosta ad Amici, Samuel solista a Sanremo. Si tratta di tre episodi ascrivibili alla serie dei “vent’anni dopo, ecco come ci siamo evoluti” ma ognuno di essi con una storia e un risvolto a sé stante. Chiariamoci, non c’è nulla di male anche se, a dire la verità, nel 1997, contemplando i booklet di due tra i dischi più importanti degli anni novanta come “Subsonica” e “Hai paura del buio?”, se mi avessero preannunciato un tale decorso mai ci avrei creduto. Comunque il senso di queste scelte è inutile che ve lo stia a spiegare io. Il punto è che il terzo annuncio-rivelazione, quello di Samuel al Festival della Canzone Italiana, è arrivato giusto ieri sera mentre il nuovo Presidente del Consiglio Gentiloni divulgava i nuovi incarichi ministeriali, che come avrete letto si tratta di una mossa così fuori da ogni logica che decreterà la più incredibile delle sconfitte elettorali del PD alle prossime elezioni. Come dobbiamo leggere questa similitudine, mi chiederete voi. Che ne so, vi rispondo io. So solo che in Italia sembra che le cose cambino e che sia il popolo che le cambia ma, in realtà, è tutto un rimpasto. Nella classe dirigente e nella musica c’è qualche spostamento di circostanza, qualche presa di posizione per scopi mediatici o qualche illusoria rottura degli schemi ma poi passa il miscelatore universale e il brodo riprende la sua conformazione naturale che garantisce il nostro equilibrio. Siamo una democrazia fragile, siamo una cultura a rischio, siamo gente irresponsabile che per giunta ha studiato molto poco, e siamo distratti. Tempo qualche mese e non ci si ricorda più di nulla o ci innamoriamo con un tale trasporto per le cose nuove che poi con la smania di rinnovarle le cambiamo con le prime che ci capitano sotto tiro. Manuel Agnelli, Boosta, Samuel e Gentiloni. Secondo me il 2017 potrebbe essere ancora più irrispettoso per la logica dell’anno che ci avviamo ad archiviare con tutti i suoi morti celebri.