Non è superstizione, piuttosto statistica. Più fai visita ai moribondi e più diminuiscono le probabilità che ti succeda qualcosa di sconveniente. Due su due a miglior vita è una percentuale del 100%, il che equivale a un jackpot ma al contrario, nel senso che è meglio non vincere o, per lo meno, sperare di arrivare secondi. Se c’è qualcuno più prossimo a tirare le cuoia di noi proviamo a stargli vicino il più possibile e vediamo se questa teoria funziona. In realtà, come ci insegna il Campo Minato poi ribattezzato Prato Fiorito che a pensarci bene è un po’ che non si vede sugli schermi degli ambienti di lavoro rilassati, la prossimità a una catastrofe non è per nulla vantaggiosa, come allo stesso modo si sconsiglia alla gente di ripararsi sotto gli alberi durante i temporali di montagna. E invece è alle persone che soffrono che bisogna stringerle a sé e toccarle, perché il conforto si trasmette come gli elementi conduttori che insegnano alle medie in scienze. Rivolgersi a loro come a quelli che sistemano gli scaffali al supermercato che nemmeno loro sanno dove si trova il sale grosso non serve a niente.
La vecchiaia e la malattia bisogna accarezzarle come si fa con la giovinezza e la salute, ho pensato proprio così mentre stringevo la mano a mia mamma che è in ospedale. E tra tutte le cose che potevo pensare di lei mentre mi parlava con la voce di chi ha il morale sotto i piedi è che ha badato all’approvvigionamento di biancheria intima a suo figlio, che poi sarei io, abbondantemente oltre il conseguimento della maggiore età.
Be’ che cosa avete da ridere? Le dicevo che avevo la mutande con i buchi e il rischio era che, in caso di incidente, al pronto soccorso tutto insanguinato qualcuno avrebbe potuto pensare male di uno strappo sulla cucitura dell’elastico. Così il pomeriggio della successiva giornata di mercato mi trovavo sul letto una risma di boxer blu perfettamente della mia taglia, una missione compiuta con una precisione tale che io non sarei mai riuscito a portare a termine così con successo. Ma nemmeno oggi, anche se mi tocca fare da me. Al massimo, appunto, ancora tra gli scaffali del supermercato, non trovando il sale grosso posso rifugiarmi nella corsia dell’intimo-uomo che frequento con interesse. Ho un debole per l’abbigliamento che si trova esposto nei supermercati anche perché oggi non è più solo appannaggio degli anziani. Quando cerco la mia taglia di camicie a dieci euro mi guardo intorno e capisco che non sono da solo. Per la biancheria intima posso avere a disposizione un vasto assortimento e stare al riparo dalle figuracce con le commesse dei negozi, con le quali sarei costretto a tirare a indovinare se per me ci vuole una M o una L. Solo mia mamma conosce questo segreto, devo spicciarmi a convincerla a dirmelo prima che sia troppo tardi.