Non è un pesce d’aprile. L’arrivederci di Emilio Fede dal suo scranno sembra l’ultima delle mosse di una strategia un po’ grossolana tra giocatori che giocano forte, un avvertimento tra bulli, il classico stai all’occhio che prima o poi ti aspetto fuori di chi sa di avere ancora il coltello dalla parte del manico. Ma in uno scenario così, come ci immaginiamo sia occupare quelle posizioni di potere in un ambientino da sogno come Mediaset, sembra che i coltelli in mano li abbiano tutti, e per chi è abituato a vivere da squalo in una vasca tra simili la prima regola di questo fight club di colpi bassi è proteggersi dagli squali con cui sei uscito a caccia. Così ci si immagina quali debbano essere i delicati rapporti della banda di potenti che ruota intorno al padrone di casa, non dimentichiamo che per l’entourage più stretto ed esclusivo il capo ha promesso non solo un posto di lavoro e un posto in parlamento ma anche un posto nel mausoleo di famiglia. Ed è sufficiente fare due conti e considerare la facilità con cui sembrano pronti a farsi le creste da migliaia di euro, tra di loro e di nascosto dai propri benefattori, con i vari Lele Mora della situazione. Un clan destinato a implodere in un tragico tutti contro tutti, e tutti pronti a trascinarsi reciprocamente a fondo, a divorarsi a vicenda e a far sparire i resti prima che segreti e malefatte affiorino come boe di segnalazione in superficie.
emilio fede
mistero nudo, re buffo e altre storie e viceversa
StandardLeggete Leonardo qui, anche se so che è superfluo che ve lo chieda io.
non vi sembra una poesia di Bondi?
StandardA Gad Lerner
Non sarai tu a decidere come sarò ricordato.
Tu, quando arriverai a 8o anni, ma ti auguro di arrivarci- soltanto come un imbecille.
Vergognati. deciderò come ricambiare.
La mia vita è stata prestigiosa dal punto di vista professionale e umano.
Se ho avuto delle storie d’amore me le sono meritate.
Tu sei troppo brutto per averne avute.
Soltanto se ridi scappano pure i mostri.
Coglione.
Emilio Fede
p.s. è tutto vero e lo trovate sul blog di Gad Lerner
ceffoni preventivi
StandardSiamo a 4, se non erro. Spero di non aver dimenticato nulla. Nel caso, segnalatemi le facce da schiaffi e pugni, o colpite da souvenir, dell’attuale maggioranza, centrale o locale (valgono anche zerbini e portavoce collaterali vari). Gli autori? Tutti facinorosi estremisti di sinistra, ovviamente. Il mandante? Il PD, prima di Franceschini, poi di Bersani. Dunque, nell’ordine:
1. Souvenir del Duomo di Milano in testa a Berlusconi
2. Pugno in faccia a Capezzone
3. Schiaffi e pugni (e digestivo amaro) a Emilio Fede
4. Pugno a De Corato
non parlare con gli sconosciuti
StandardMentre tutto il pianeta presta attenzione alle rivelazioni di Wikileaks (roba che scotta, cose tipo “Berlusconi fa festini” che hanno dell’incredibile), ben altre verità stanno diventando di dominio pubblico nella nostra piccola provincia mediterranea.
Nadia Macrì ha anche ripercorso l’approccio che l’ha portata a conoscere Berlusconi. “Ero a un semaforo e un giovane mi ha fermato chiedendomi se volevo seguirlo. Poi mi ha portato nello studio di Lele Mora dove c’erano altre ragazze, tutte straniere, russe e brasiliane, tranne me”. Il giovane che l’approcciò nel centro di Milano era, come scoprì in seguito, “il responsabile delle guardie di Lele Mora”. “Da lì siamo state portate nello studio di Emilio Fede – ha proseguito la ragazza – che finito il tg ci ha parlato una per una e ha fatto una specie di selezione, due sono state mandate via”.
Nadia Macrì ha dato retta ad uno sconosciuto che la ha condotta nella grotta dell’orco. Spassosa anche la definitiva attestazione dei livelli di status che possono essere raggiunti, oggi, in Italia.
Forse ho sbagliato a presentarmi come una escort – ha aggiunto – avrei dovuto chiedere di fare la velina.