Non capisco perché sostieni che lo si poteva capire subito che nella vita non sarebbe stato tanto fortunato, anzi tu hai appena usato la parola perdente che non voglio nemmeno ripetere o scrivere qui. Perché non significa nulla e te lo voglio dimostrare. Cosa c’era che non andava? Aveva solo un ritorno dal modo in cui approcciava le cose molto particolare che ne elevava a potenza il grado di complessità, tutto qui, in poche parole gli era tutto difficile. Ma non sono convinto che la responsabilità fosse tutta sua, cioè lui ci metteva tutta la buona volontà ma era lui nel suo insieme che suscitava probabilmente reazioni poco neutrali dall’altra parte, che lo riteneva o troppo stupido o intelligente ai limiti della beatificazione ma ottenendone in cambio un feedback di fastidio analogo. Una banale richiesta di approfondimento dava origine a un battibecco. Nulla di deflagrante, che però se reiterato in un ambiente a frequentazione reciproca assidua come la scuola ledeva i rapporti e il piacere dello scambio di pareri tra esseri viventi. Ecco, forse era quella specie di eccesso in ogni cosa che faceva, preparata al meglio ma che per un motivo o per l’altro al via lievitava come a causa di agenti esterni, un batterio che si insinuava triplicando il volume di un atteggiamento qualsiasi per cui l’entusiasmo era follia, la tristezza era disperazione, la riflessione era trance, ogni cosa il suo estremo, effetti collaterali inclusi.
Ma la tua teoria è comunque interessante quando sostieni che si trattava di una sorta di fenomeno lombrosiano, il fatto cioè che avesse lineamenti così asimmetrici da mettere a disagio chi gli stava intorno, quando poi hai letto da qualche parte che in natura solo chi ha tratti somatici simmetrici ispira fiducia negli altri perché la simmetria è sinonimo sia di equilibrio che di buona salute e quindi di forza, in effetti completava il quadro di un progetto umano difficile perché ostacolato da barriere prossemiche oggettive. Se non ricordo male aveva anche una gamba lievemente più lunga dell’altra. Sembrava proprio che vivesse scomodamente e che questo gli provocasse disagio, come quelli che hanno sempre mal di testa, lui soffriva qualche fastidio di continuo e questo non gli permetteva di avere mai la mente libera completamente e ogni decisione, pensiero e conseguenti parole uscivano sempre con qualche orpello di malessere evidente.
Sei tu che hai mantenuto i contatti e che sai che ora non se la passa per niente bene, la sua vita è stata un lunga serie di episodi tutti dal finale di dubbia interpretabilità, tanto che ciascuna puntata iniziava sempre con qualche strascico di quella precedente non completamente risolta. Ora, intorno ai cinquanta, il bagaglio di insoluti non passa più da nessuna porta, è impossibile da trasportare con qualsiasi mezzo – e se anche ne esistesse uno abbastanza capiente scommetto che non sarebbe in possesso della patente regolamentare per guidarlo – e tu sei giunto alla conclusione che per lui non ci sia altra soluzione che rimanere seduto, immobile senza fare nulla, e aspettare che la realtà da una parte si allinei correttamente con quel lato di sé lievemente non in bolla.