Ho atteso che l’ingegnere terminasse il suo intervento ieri al seminario di “Scienza delle costruzioni oniriche” per farmi mostrare il suo modello di materiale rotabile per uso sotterraneo, ciò che noi imbevuti di cultura umanistica volgarmente definiamo metropolitana, che ha sviluppato nel sonno dopo un hamburger doppio con non ricordo che salsa e che ha poi riprodotto (il convoglio, non la salsa) grazie a una modernissima stampante 3D. La somiglianza con il mio ideale di trasporto pubblico ad alta frequentazione in effetti era impressionante, a partire dai sensori incorporati nei sedili intelligenti che riconoscono il passeggero seduto sopra e inviano informazioni come la pagina del libro da cui riprendere o un sistema laser per pulire le lenti appannate degli occhiali. Si possono sfruttare anche i big data, per esempio con un sistema che mette in relazione certe informazioni personali con le persone sedute vicino e, in caso di particolare compatibilità ma non necessariamente per fini seduttivi, i due sedili si illuminano come quelle macchinette per il videopoker quando si fa jackpot. Pensate che imbarazzo.
Non mi aspettavo però, da parte di un cervellone come lui, un apprezzamento sulla mia attività di autore di trame impossibili da sviluppare, un settore molto poco razionale. Pare aver gradito quella mia vecchia pubblicazione in cui c’è un tizio che per la prima parte della sua vita scrive un libro sulla seconda parte della sua vita, e al momento dell’ingresso nella seconda parte della sua vita è il libro stesso a raccontare la prima parte a ritroso. E se sapete leggere tra le righe, avrete capito chi è l’allievo e chi il maestro, in tempi in cui siamo così lontani dalle radici per cui nessuno si ricorda più chi viene prima di chi. Mi è successo ben due volte nel giro di qualche giorno. Un cliente mi ha chiesto di usare, per un video che abbiamo realizzato per la sua azienda, una musica “tipo i Rondò Veneziano, per esempio qualcosa di Bach”. Poi una giovane bibliotecaria, dopo avermi consegnato il nuovo di Kent Haruf e aver scambiato quattro chiacchiere con me sulla sua trilogia, mi ha detto che potrebbe piacermi Carver.