Stare con la bocca spalancata e una dentista munita di pinza affiancata dalla sua assistente sopra di te non è il modo migliore per chiudere una dura giornata di lavoro. Ma non dev’essere nemmeno il massimo stare di fronte, dopo una giornata di lavoro, a una bocca (la mia, poi) spalancata con una pinza in mano e adoperarsi per un’estrazione. Dal punto di vista di chi sta sotto, doversi separare da una parte di sé così importante come un premolare per metterne poi in seguito un altro finto e riacquistare tutta la potenza del proprio sorriso è tanto traumatico quanto metaforico, d’altronde chi non ha mai sognato di perdere i denti, l’angoscia che si prova, il sollievo al risveglio e il malumore per l’intera giornata?
E mentre sei lì smarrito nelle tue interpretazioni delle tragedie esistenziali, ti sciacqui via i residui di quel pezzo che avevi in dotazione da almeno trent’anni e che non ti capaciti di come si sia potuto guastare, e pensi che diamine, avrebbe potuto succedere quando eri ancora mantenuto dai tuoi genitori anziché pesare sulle tue risorse, perché ridendo (ora con un buco temporaneo) e scherzando quell’avulsione come sta scritto sulla fattura e che ti fa pensare alla ricchezza del vocabolario professionale di un dentista, quella lacuna dicevo alla fine ti costerà un paio di migliaia di euro per colmarla. I denti non ho scelto io di averli, dovrebbero essere di competenza per sempre dei genitori, mi sembra giusto che debbano pagare loro per i figli anche quando i figli già pagano per i loro figli.
Ma un pensiero va a quella donna che sta tirando con tutte le sue forze le radici via dall’osso, perché fa un lavoro che tu non faresti mai, che oltre a dover ravanare da mane a sera nelle peggio cavità orali di grandi e piccini resta esposta almeno otto ore al dì ai più ributtanti olezzi, con la sua assistente che aspira i liquidi in eccesso e che sembra non fare mai abbastanza o posizionare l’aspira-schifezze nei punti sbagliati. E il pensiero è il seguente: chi glielo ha fatto fare alla mia dentista di intraprendere quella carriera lì, e la risposta che viene subito, la prima risposta che è quella che conta sempre, la si può riassumere con un simbolo che è questo qui: $ (immaginate il suono di un registratore di cassa che spalanca le sue fauci).
E meno male che ci sono persone che preferiscono sporcarsi le mani tra le gengive altrui, che tanto in un modo o nell’altro in qualche modo te le devi sporcare quindi tanto vale farlo per il più cospicuo gruzzoletto possibile, piuttosto che per vedere il proprio nome d’arte stampato in un colophon della house organ di una compagnia assicurativa. Quindi anche se stai scindendo due elementi che sono sempre stati uniti, il corpo che è il mio dal dente che mio ora non è più e che sarà rimpiazzato da un qualcosa chiamato impianto e che come le scelte che si fanno sul tipo di parquet da mettere in casa, e passi dal listone Giordano al laminato Ikea, così ci sono vari modelli di rivestimento per la corona e io so già che sceglierò la versione più economica perché noi, povera gente, viviamo così, sempre alla ricerca del prezzo più basso.
Dicevo, anche se mi stai facendo un po’ soffrire con i tuoi attrezzi che pensavo anche: ma non dovrebbe esistere un laser nel 2012, qualcosa che fa bzzzzzzzz e il dente salta fuori da solo come da un tostapane? Bene, tu o dentista sappi che ti ammiro, e nella classifica dei mestieri che non farei nemmeno morto e che grazie al cielo c’è qualcuno che li fa e sa farli bene arrivi seconda solo dopo il pilota degli aeroplani di linea che devo prendere nel mio futuro.