Se metti a zero l’intensità del colore sembra di stare in un film degli anni sessanta. Le famigliole al completo che tornano a casa, la domenica mattina, uscite da messa. La mamma con un cabaret di pasticcini in mano. Il vestito della festa, le bimbe con il cerchietto, i maschietti con i pantaloni corti e i calzettoni sotto il ginocchio. I genitori dietro, a braccetto o per mano, i figli davanti, i più grandi che fanno i fratelli maggiori badando ai più piccoli. All’uscita pomeridiana della scuola elementare si assiste a una seconda scena da boom economico, in un momento in cui del boom proprio non c’è nemmeno una lontana avvisaglia. Il numero delle mamme torna a essere maggiore dei nonni, il che significa più donne a casa. Alcune se lo possono permettere, altre non se lo potrebbero permettere ma sono rimaste senza lavoro. Terzo elemento apparentemente anacronistico, le coppie che sfornano tre o più figli. Ne ho presenti almeno quattro tra i miei conoscenti, con possibilità e redditi diversi. La nostra non è certo una società che te lo permette, né si può dire che al giorno d’oggi le famiglie numerose siano una ricchezza. Nel frattempo leggo di un grande fermento intorno a Claudio Scajola che, malgrado la doppia dimissione negli ultimi anni per motivi peraltro imbarazzanti, sta attirando le voglie dei centristi e dei cattolici di ogni dove, lui che a colpi di scudo crociato si è costruito un impero. Insomma, si parlava di un ritorno all’Italia democristiana. Ecco, direi che ci siamo dentro, ampiamente.
dc
gelo tra di noi
StandardNasce il terzo polo, come se non facesse già abbastanza freddo.