Lei ha una pagina di un sito Internet aperta davanti, un sito di ricette. Lui transita dinanzi alle scaffalature nel’antibagno e si sofferma a osservarle. Lei scorre la lista degli ingredienti, valuta cosa c’è in dispensa e cosa manca, passa in rassegna le modalità di preparazione e i tempi associati a ogni fase. Lui stima l’impatto visivo delle mensole sbeccate, della mancanza di luminosità nei piani alti, dell’eccessiva distanza tra un ripiano e l’altro che non consente di ottimizzare gli spazi: dove sono allineate verticalmente le confezioni di prodotti per la pulizia della casa non ci può stare altro. Impilare contenitori ne limiterebbe la comodità di utilizzo. Lei decide che quel primo non è fattibile, cosi torna all’home page e lancia una query diversa inserendo l’orzo come parola chiave. Ce n’è una scorta spropositata in casa e conviene provvedere, è un alimento sano e le è stato consigliato caldamente dalla pediatra anche per la loro figlia, preparatele cereali, così ha detto. Ecco un orzotto, oppure l’insalata di orzo, un piatto freddo, con la temperatura che c’è oggi sarebbe perfetto. O forse è meglio un secondo. Poi chiude il browser. Come mi piacerebbe avere la passione per la cucina, dice a lui che nel frattempo sta valutando come migliorare quella parte di parete sopra la lavatrice. Potremmo riempirla di scaffali Ikea e poi montare una porta ad ante scorrevoli per coprire il tutto, lavatrice compresa. Potremmo sceglierla identica al resto degli infissi, installare un binario sul soffitto e dare un po’ di dignità anche a questa parte della casa. Poi si unisce al mood di lei: come mi piacerebbe avere la passione per i lavoretti di bricolage, saper usare il trapano e cavarmela da solo per questo genere di cose. Nei giorni di festa la testa è libera, il che può essere anche pericoloso. Lei allora torna al suo libro, lui sbriga il minimo necessario per migliorare almeno la quotidianità di due gatti, prima che la bambina si svegli.