una giornata da dimenticare

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Se mi fate sapere cosa è successo cerchiamo di capire tutti insieme perché quella di ieri è stata una giornata da dimenticare. Raccontatemi le vostre esperienze e cerchiamo di scoprirne il motivo, se dopo il caso del blue monday (avete letto, vero, che la settimana scorsa è stato il più triste lunedì dell’anno) si può parlare di una sunday-qualcosa in cui si manifestano le congiunture più nefaste per cui va male più o meno a tutti.

A uno gli è morto il nonno d’infarto, una storiaccia, la nonna non è sposata e quindi non avrà nemmeno diritto alla pensione di reversibilità. A un’altra le sono stati infranti i sogni di avere un figlio calciatore famoso, troppi candidati per lo stesso ruolo e qualcuno deve per forza accomodarsi in panchina e aspettare che il titolare si faccia male. Come darle torto? Poi ce ne sono un paio che sostengono di non sopportare più il loro amico, con cui hanno trascorso il weekend, che proprio non ci riesce a pronunciare due consonanti vicine. Apnea, opzione, tecnica, cose così. Il problema che entrambi i detrattori di questo fenomeno della fonetica non è che siano dei linguisti. Da una parte sostengono che se la nostra lingua si è evoluta con così tante parole con le doppie è proprio perché noi italiani siamo talmente pigri da semplificare anche una cosa così entusiasmante come la pronuncia di due consonanti ravvicinate. Il loro amico invece ha preso il vezzo di separarle con delle vocali di circostanza, per dare respiro alla parola. Potrebbe trattarsi di un caso di superamento della balbuzie, mi verrebbe da dare il mio apporto così alla discussione, ho visto quel film del re che tartagliava e uno degli accorgimenti per superare il problema era quello.

Comunque voglio contribuire in prima persona a questa domenica da dimenticare, perché non so il motivo ma stamattina mi son svegliato e ho braccia e gambe indolenzite e mi fa pure male la caviglia sinistra, forse ho esagerato nella corsa e nei saldi, che è una pratica ben più impegnativa di qualunque sport dilettantistico. Allora facciamo così, facciamo che tutti ce ne dimentichiamo. In prossimità della giornata della memoria vi presento il 25 gennaio, il primo vero giorno candidato per una ricorrenza dell’oblio.