Ragazzi, che svarione che ho preso. Ho visto in tv lo spot delle coppie celebri testimonial della campagna fiscale delle ACLI e ho applicato un metro di giudizio distorto dal fatto che la coppia costituita da mia moglie e il sottoscritto si rivolge a un CAF per la dichiarazione dei redditi. Quindi ho inteso che tutte coppie chiamate a pubblicizzare il servizio, che a quanto leggo sono clienti veri, fossero legate da matrimonio o anche solo conviventi, una famiglia in carne e ossa insomma che utilizza il CAF per compilare il modulo fiscale congiuntamente. Ma questo è, come si suol dire, un film che mi sono fatto io, probabilmente, un po’ sull’onda emotiva. Tanto che di fronte a Romolo e Remo ho avuto un sussulto. Vuoi vedere che c’è qualcuno che per rappresentare la gente comune dà spazio anche a una coppia gay, come ha fatto l’Ikea? E poi un’organizzazione a sfondo cattolico, con tanto di croce nel logo. E non vi dico quando nello spot Romolo e Remo si abbracciano. Ma allora è proprio così, stento a crederci. Uno spot con una coppia gay che promuove servizi per famiglie di un’organizzazione cristiana in prima serata, una pubblicità in cui due uomini entrano in contatto, si scambiano effusioni. Che stia cambiando qualcosa? Poi però, scemato il livello di analisi ottimista, la prima istanza a caldo, ho associato le coppie in carne ed ossa a quelle celebri, in fondo Romolo e Remo erano solo fratelli, a differenza di Renzo e Lucia, e addirittura uno ha ucciso l’altro. Poi Adamo e Eva e Romeo e Giulietta. In che Paese credo di vivere? Sono solo protagonisti della letteratura e della cultura popolare che hanno prestato il nome a una trovata di comunicazione. Ma sarebbe stato bello se l’intento fosse stato un altro, vero?
coppie gay
lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite
StandardIn Italia lasciare i bambini fuori dalla Chiesa, dai sacramenti e dal catechismo non è cosa semplice. Nella classe di mia figlia sono in cinque, lei compresa, a non essere battezzati per esempio, ma tre sono musulmani. Quattro di loro fanno un’ora alternativa all’ora di religione, noi abbiamo pensato invece che comunque avrebbe potuto essere interessante per nostra figlia sapere di che si tratta, darle strumenti affinché possa decidere da grande, se vorrà, come comportarsi con la religione. Non si è rivelata una scelta oculata, perché non abbiamo tenuto conto del fatto che preparare la comunione, seguire i riti, i canti comandati, studiare la mitologia che sta intorno al cattolicesimo è oltremodo attraente per i bambini curiosi, categoria a cui mia figlia sembra appartenere. Tanto che più di una volta, e poche ore fa si è consumata l’ultima, ci ha chiesto perché non è stata battezzata e ci ha confessato che le piacerebbe seguire catechismo e preparare la comunione.
La motivazione ufficiale è che si trova in minoranza nel gruppo dei pari. Sono convinto non sia giusto forzare i piccoli a sentire la diversità come un valore, perché per loro è difficile sviluppare una maturità emotiva adeguata. O magari la sviluppano, ma i compagni di classe non sempre la capiscono. A noi sembrava peggio estrometterla dall’ora di religione, era come rimarcare in modo più accentuato una differenza culturale, tuttavia il problema si presenta con una certa ricorrenza.
Ma devo ammettere che parlare molto chiaramente, non mentire sulle proprie posizioni anche quando si pensa siano difficili da afferrare per i figli alla fine paghi. E non è stato nemmeno così complesso spiegarle perché non siamo credenti e praticanti, e soprattutto perché ci sentiamo così lontani da una comunità politica e spirituale che nega i diritti fondamentali alle persone omosessuali, portandole l’esempio di una coppia di amiche di famiglia, compagne di vita, che lei stima enormemente e che per lei sono più che zie. Perché vuoi far parte di una comunità che impedisce a loro di sposarsi, di adottare figli, di costruirsi una famiglia come la nostra, influenzando addirittura la legislazione e i poteri politici che potrebbero permettere tutto ciò? A sostegno della tesi le abbiamo mostrato gli esempi degli stati stranieri che, privi di un sistema di opinion leading interno come il Vaticano in Italia, possono difendere le coppie dello stesso sesso dai pregiudizi socio-culturali con l’informazione, con la cultura e, soprattutto, con la legge (ovviamente con terminologia adeguata all’età).
Non so, non nego che la cosa ci crei confusione, ma penso che sia un metodo vincente, alla lunga. Lei potrà comunque non privarsi dell’aspetto favolistico della religione, il Natale e tutto il resto, le feste che hanno un fascino indubbio e difficile da sostituire con un’alternativa altrettanto appagante. Ma se si ripresenterà il problema, sono certo che useremo gli stessi argomenti a difesa della nostra scelta. Per continuare la sana cultura cattocomunista di famiglia.
per un pelo
StandardDue ragazzi, due ragazzi maschi, salgono sulla metro, si siedono poco distante da me esausti come dopo una corsa, probabilmente hanno preso il treno per un pelo, si prendono per mano e si danno un bacio. Il tizio di fronte a me, che era appisolato, si sveglia nello stesso istante, li vede e dice più a se stesso che agli altri, con forte accento meridionale “‘sti ricchioni”. Uno vicino a me lo sente, si volta verso di me ed esclama “‘sti terroni”. La signora in piedi, che ha seguito tutto la scena, ancora si rivolge a me e, con l’intento di apostrofare entrambi i protagonisti del botta e risposta, esclama “‘sti cretini”. Ne è seguito qualche secondo di silenzio, in cui tutti hanno guardato tutti, ognuno aspettava la mossa seguente dell’avversario. Io mi sono lanciato fuori dall’esplosione imminente, per fortuna la fermata dopo era la mia.