A me il fatto che ci siano persone adulte che discorrono con i coetanei e fanno le stesse cose di mia figlia con i suoi compagni di classe mi turba ancora, non so magari poi è normale che ci sia gente che a trent’anni ancora si trastulla con i videogiochi. Ho conosciuto per lavoro un giornalista grande e grosso – anche un bel ragazzo, per giunta – che di mestiere recensisce console e giochi e conduce pure un programma tv dedicato, e la cosa mi lascia perplesso ma probabilmente è un mio limite, concepisco ancora un netto distinguo per esempio anche tra la letteratura per ragazzi – dove ci sta bene il fantasy, per dire – da quella per grandi, dove maghi elfi e vampiri boh. Voglio dire che fare le cose da bambini insieme a loro è edificante, dedicarvici anche da soli sa un po’ di problematicità. Stesso discorso per i passatempi, ma qui vi confesso che se avessi in casa il Subbuteo (come si diceva qualche post fa) o l’autopista o il meccano farei discorsi meno da ipocrita. Se date un’occhiata a tutti gli spippolatori di smartcosi che vedete concentrati sui mezzi pubblici scoprirete che nascondono sempre uccelli che lanciano maiali, gelatine da distruggere o l’arte orientale della frutta da affettare al volo. E questo è niente in confronto ai giochi per dispositivi touchscreen pubblicati a corollario del secondo episodio di “Cattivissimo me”, un film assolutamente geniale e imperdibile se avete dei figli, ma che si sta trasformando in un’ossessione. Mi sento infatti circondato. Mia figlia proprio in questo momento è intenta a far volare quei mostrini gialli su panorami inventati, ma vedo che non è la sola perché è un’esperienza che mi capita sempre più e molto spesso con estranei di età superiore alla scuola primaria. Riconosco le vocine e i versi dei celebri aiutanti del protagonista ovunque ci sia del tempo da perdere o qualcosa da aspettare. Soprattutto da quando è comparso uno di quei nanerottoli monoculari in casa mia. Lo sgigotti e lui fa gnè gnè gnè. Gnè gnè gnè. Non si capisce nemmeno se siano maschi, femmine, transgender. Qualche giorno fa in due (umani adulti maschi) sono andati avanti un intero viaggio in metro a scambiarsi trucchi sui modi per portare i Minion alla vittoria. E la cosa mi ha fatto riflettere perché pure mia figlia, dopo qualche partita, si annoia e si mette a fare altro.