verde, giallo e rosso

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Questa delizia di merchandising fai da te che farei qualunque cosa per averla mi ha fatto venire in mente quella volta in cui a tredici anni e rotti, nel pieno della popolarità del reggae e della cultura rasta diffusa tra i giovani di allora – e quando parlo di cultura rasta mi riferisco anche a quella cosa lì che pensate tutti – soffrivo le pene dell’inferno perché alcuni dei miei amici avevano i fratelli grandi che già viaggiavano per concerti nelle grandi città e portavano come souvenir ai fratelli più piccoli il copricapo in lana a strisce verde, giallo e rossa, l’inconfondibile effigie dell’appartenenza al movimento di quelli con il ritmo in levare. Ed erano cappellini bellissimi fatti a cupola perfetta, che sulle teste ricce stavano da dio se poi i boccoli facevano capolino sulla fronte, sulle orecchie e sulla nuca. Ma nelle cittadine di provincia come la mia non c’era speranza di trovare quelle delizie di lana colorata, così, mosso dall’invidia e dalla disperazione, puntai tutto, pur di non sfigurare con gli amici, sulle abilità sartoriali di mia nonna che passava le serate in poltrona a sferruzzare triangoli di lana colorata da cucire poi tutti insieme in coperte patchwork che ne ha fatte talmente tante che avremmo potuto risparmiare il gelo a un’intera popolazione di terremotati, forse ai tempi c’era stato quello del Friuli. Mia nonna accolse di buon grado la richiesta del suo nipotino preferito, le mostrai il modello da copiare e andammo persino insieme a scegliere la giusta gradazione dei colori, che soprattutto sul verde e sul rosso era facile sbagliare. Dopo qualche giorno mi presentò l’opera fatta e finita, e lì capii il perché mia nonna si ostinasse a realizzare triangoli. Non era molto ferrata sulle linee curve, e il berrettino rasta sembrava più il copricapo di una ipotetica rappresentativa di sci alpino giamaicana, questo molto prima di Cool Runnings. Il cappello faceva un difetto in cima ergendosi con una punta sulla testa, una cosa tipo quei berretti che oggi sono in auge presso i fricchettoni ma ai tempi li avevano solo gli sfigati o i ricchi che si potevano permettere la settimana bianca. Non ebbi però il coraggio di affrontare il problema con mia nonna, che intanto aveva ripreso i suoi triangoli felice di aver interrotto la serie con il mio diversivo, che poi non lo è stato per nulla vista la forma del risultato. Chissà se le avessi chiesto un maglione che cosa sarebbe riuscita a produrre.