Il problema non è aver composto un pezzo che è un palese plagio, ma è piuttosto aver composto un pezzo che è un palese plagio di una canzonetta di Claudia Mori. Che smacco. Meglio mollare subito il colpo, non oso pensare a quello che potrebbe succedere se una band di sprovveduti di provincia decidesse di mettersi contro una rodata industria dell’entertainment come il clan di Celentano e il suo sabba di avvocati. E poi come la spieghiamo, soprattutto, ai nostri amici una debacle ispirazionale di così basso livello? Ci riempiamo la bocca con i nomi più raffinati del roster della 4AD e poi si scopre che i nostri punti di riferimento artistici principali vengono da manifestazioni del calibro del Cantagiro? Non è la prima volta che succede nell’ambiente, comunque. E se la percentuale dei casi smascherati in un posto di poche decine di migliaia di abitanti è così elevata, non oso pensare cosa possa succedere nelle grandi città. O forse è un fenomeno tipico dei piccoli posti come il nostro: c’è talmente poco da assimilare dall’esterno per tradurlo in musica – o in arte in genere – che alla fine appena arriva qualche input da lontano ti si appiccica addosso come la puzza al ristorante cinese. Il gruppo di Fabio, per esempio, quando ha pubblicato il CD alla fine ha dovuto includere tra gli autori del loro singolo anche Alberto Fortis perché la melodia del ritornello ricalcava perfettamente le note del refrain di “Svegliati amore con me”. A Marco invece era successo il contrario: aveva dato a suo zio che faceva il manager di Francesco Salvi un po’ di materiale inedito da piazzare nello show business e si era trovato alcuni vaghi richiami di un suo brano addirittura a Sanremo e cantato con versi incomprensibili da Mietta e Amedeo Mimghi e come si dice le note sono sette o al massimo dodici se ci metti anche i tasti neri. Ma la situazione tipo può essere esemplificata perfettamente dal caso di Carlo. Si precipita la mattina in sala prove con la hit sognata la notte precedente che ci farà diventare tutti ricchi. Il guaio è che Carlo si addormenta sempre con la radio accesa e, durante le trasmissioni notturne, chissà un pezzo come Careless Whispers di George Michael quante volte deve passare per rimanerti così impresso da credere che sia una melodia che ti viene da dentro.