Era un periodo in cui li trovavi tutti su Blob, ogni sera su Rai Tre. Cambiavi canale e tra il meglio del peggio della tv che aveva pezzi da novanta come Sandra Milo e Alba Parietti passavano rapidi tagli con le persone con cui avevi bevuto una birra la sera prima. Anche uno dei soci della software house in cui lavoravo come programmatore aveva avuto un cammeo, una volta, tutti dicevano che era un artista ma io, a dirla tutta, non gli avrei dato due lire. Un altro che faceva mostre con ritagli da riviste porno, particolari molto espliciti, anche lui era stato trasmesso. Pure quel video off in cui passavano in rassegna nottambuli sbevazzoni che non avevano di meglio da fare che pisciare nel buio contro i muri dei vicoli, o nei portoni, rei di atti scemi in luogo pubblico ignari di essere ripresi da un occhio attento e un nastro affidabile. Il gruppo di raggamuffin in dialetto che sfrecciava in ape sulla sopraelevata. Avevo persino mangiato un ottimo minestrone a casa del più geniale di tutti, suonava la tromba e la chitarra e si esercitava anche davanti ai fornelli. Lui e il suo gruppo avevano persino composto la musica per lo spot di una delle birre industriali più conosciute, e i video dei loro brani erano montaggi autoprodotti con disegni animati in bianco e nero degli albori del cinema che tra i ritagli o come sigla finale non mancavano mai. Una volta mi sono visto di spalle, non in una delle riprese delle varie feste di africani e italiani che ballavano insieme, ma tra il pubblico di un cantante con cui poi sono finito a dividere il palco, quando ormai aveva tutte le caratteristiche di una vecchia gloria, uno che ha perso il treno. Ma dev’essere andata proprio così. Ci sembrava davvero di abitare nel posto più all’avanguardia del mondo, poi non so cos’è successo ma sono andati tutti via.
blob
rai 6
StandardIeri sera per puro caso (e per pura fortuna) ho acceso la tv e mi è capitato di assistere a Rock’n’rai, un programma curato da Blob andato in onda a un’ora impossibile, come vuole la tradizione delle trasmissioni interessanti, e dedicato alla musica trasmessa alla televisione pubblica nella sua storia, quelle cose che noi appassionati ora cerchiamo su youtube demandando alla buona volontà di qualche utente altrettanto maniaco che abbia avuto il tempo e la dedizione di digitalizzare la propria collezione di vhs. Roba tipo Peter Gabriel ospite a Sanremo che canta Shock the monkey, i Talking Heads a Discoring nel 1980, i Dire Straits e i Depeche Mode, tutte apparizioni per lo più in playback alternate a presentatori del passato con look improbabili e all’immancabile Claudio Cecchetto. Ora non so voi, ma io sono uno di quelli che accende la tv solo per cercare cose del genere, vado su Rai Storia e se non trovo un documentario sulla Resistenza o qualche programma in bianco e nero spengo e faccio altro. E ogni volta penso alla sensazione che si può provare a trovarsi negli archivi della Rai. Qualcuno di voi c’è mai entrato? Sa come sono fatti? Come per il 100% delle persone che conosco, l’idea di lavorare nella principale organizzazione culturale italiana ha occupato uno dei principali sogni almeno dai tempi dell’università in poi, e, come per il 100% delle persone che conosco, il sogno è andato infranto. A dir la verità uno c’è riuscito ed è anche molto ben inserito, ma si tratta di un’eccezione che non conferma nessuna regola però. Comunque, per farla breve anche perché non c’è molto da scrivere, se io fossi a capo della Rai affiderei nientepopodimeno che a plus1gmt la direzione artistica di un nuovo canale sul digitale terrestre tutto dedicato alla trasmissione 24x7x365 solo ed esclusivamente di rock’n’rai e programmi analoghi. Plus1gmt lo farebbe con passione e si divertirebbe un mondo, e so già con quale estratto comincerebbe i programmi. Anzi, forse la sigla stessa dell’inizio trasmissioni sarebbe proprio questa qui.