numero civico

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Sono rientrato da un viaggio a Berlino con centinaia di foto tutte uguali, che mentre le facevo e non mi rendevo conto mi hanno sfidato a fare le stesse a Secondigliano o nella a me più vicina Quarto Oggiaro che sempre di edilizia popolare si tratta. Voglio vedere se in periferia a Milano faresti foto a palazzi così, mi hanno amichevolmente ammonito. Chiaro che si trattava di una figura retorica di cui ora mi sfugge il nome, perché gli appartamenti residenziali nei quartieri dell’ex Berlino Est sono ben altra cosa dalle aree dormitorio e dai sobborghi costruiti a opera delle cooperative multicolore durante la nostra guerra civile fredda di urbanizzazione che si è svolta negli scorsi decenni, almeno da queste parti. Non so, forse è che ci sembra che fuori sia tutto più bello. Continua a leggere

esci il maglione e provalo pure

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Il profondo sentimento di invidia che mi pervade per il fatto che ti sei trasferita qui, nella capitale del primo mondo che in questo momento storico si chiama Berlino, dura solo quei pochi istanti in cui sembri voler sfogarti anche solo da un punto di vista linguistico con qualche tuo ex compatriota, possibili acquirenti che si aggirano con fare rispettoso della merce esposta tra scaffali e file di capi appesi agli appendiabiti in questo posto davvero carino che è metà bar e metà boutique di abbigliamento ennico, come si dice talvolta per scherzare su chi non riesce a pronunciare la ti prima della enne. Ma quando dici come battuta che noi italiani siamo penosi con il nostro inglese da scuola elementare l’idillio finisce perché so che hai ragione. Continua a leggere

delle due, l’una

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Nelle città in cui si è in vacanza si passeggia e poi ci si siede per bere una birra stanchi per aver camminato tutta la mattina, ma stanchi in quel modo soddisfatto di quando ci si muove un un Paese affranto da un dolore straniero, un Paese che da te non si aspetta nulla se non i tuoi soldi in cambio del privilegio di passeggiare e bere birra ed essere esentato temporaneamente dalla responsabilità della sofferenza particolarmente antica di questa città. Se non che tu sei parte della sofferenza, tu sei stato il problema o almeno una sua versione, ma ormai si tratta di un legame di cui non ne rimane più traccia se non in qualche monumento, nella coscienza di una società, almeno si spera, e nel linguaggio che se chiudi gli occhi è lo stesso che ha tormentato una buona parte del mondo intero, a un certo punto della storia universale. Poi lo sdegno ha raso al suolo una identità che però è resuscitata più forte, ma questa volta è una forza positiva, sempre intransigente ma moderna, anzi la più moderna di tutte le altre. Tanto che tu sei diventato una macchia su un libro di storia e un punto sul libro di geografia e ora anche un punto interrogativo sui quotidiani economici, se mi permettete. Ma in genere l’ordine dei problemi ha schiacciato il fatto che siamo gli unici a urlare, gli unici a usare telefoni cellulari in modo così compulsivo, gli unici a trattare i nostri figli come se fossero i padroni della nostra vita agli ultimi posti delle priorità, una classifica che ai primi posti vede svettare cose tipo tutte le culture del pianeta che convergono qui e la propulsione della storia, la più recente, che ha fatto di Berlino un’enclave di tutto quello che sarà e che non riusciremo mai a diventare, retrocessi nel nostro ecosistema autoreferenziale sul quale viviamo di rendita almeno da un paio di migliaia di anni. Ma basta guardarsi in giro, non è così, proprio per niente.

soltanto questo muro non ha freddo qui

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E niente, da domani sarò in vacanza a Berlino, sapete uno di quei viaggi in cui non ci si riposa per nulla perché c’è tantissimo da vedere e non ti fermi un attimo. Spero di non rimanere deluso risolvendo finalmente il dubbio che mi perseguita dal 1981, e cioè che domani a Berlino quando arriverò sarà giovedì 5 aprile esattamente come qui. Chissà Garbo poi che cosa ci voleva dire.

la prima volta

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Mia moglie ed io a volte sembriamo una di quelle coppie di gemelli che condividono lo stato d’animo o persino il dolore fisico a distanza, tipo uno dei due ascolta una canzone coinvolgente alla radio e l’altro in riunione inizia a ballare. Ora non so se sono cose che succedono per davvero o solo nei film e nei video clip, e ammetto di avere usato un caso limite per introdurre l’argomento, sta di fatto che ci capita spessissimo di essere in forma contemporaneamente, il che è molto positivo, o di attraversare allo stesso tempo momenti problematici, e in questo caso non è il massimo perché il bello di una coppia è che quando uno ha bisogno di chiudere gli occhi l’altro gli dà il cambio al volante, e non necessariamente in senso traslato. Sarà che, come a tutte le coppie, anche a noi piace fare le cose insieme e uguali. Ci sono quelli che si comprano la tuta identica e fanno jogging insieme nel parco. Ho conosciuto due che addirittura prendevano lezioni di piano insieme, e se non sbaglio poi si sono lasciati. Noi che siamo persone molto sobrie ci limitiamo a sincronizzare i bioritmi, e così eccoci a cena che ci diamo consigli sul modo di affrontare la stessa situazione che ci fiacca al lavoro, in due posti differenti ma con lo stesso bivio e la analoga decisione da prendere. Tra poco andremo qualche giorno a Berlino, ovviamente con nostra figlia e gatti esclusi, e per la prima volta abbiamo pensato di acquistare la Lonely Planet. Di norma sfruttiamo la biblioteca, ma in questa occasione ci è sembrato necessario perché è il caso di prendere appunti, sottolineare, evidenziare cose della città che cercheremo di visitare. E soprattutto perché ci siamo resi conto che si tratta del primo viaggio che facciamo in un posto che non abbiamo mai visto entrambi.