clicca qui per sentire la primavera

Standard

La cosa che mi piace di più di questo pezzo dell’anno è che ci si arrende tutti a una sorta di entropia esistenziale trasversale termonucleare globale. Le giornate sono così lunghe che non si capisce bene quando iniziano e quando finiscono. I ragazzini sono cotti come degli asini cotti e anche se dovrebbero tenere duro ancora qualche settimana prima dell’ultima campanella gli si perdona il calo delle energie e delle prestazioni scolastiche, anche se talvolta questo va a scapito della media dei voti su cui si lavora da settembre. Se potessi proporre una bella riforma della scuola farei che si chiude con le verifiche ad aprile e a maggio si fa un bel ripassone generale. I pendolari sfoderano finalmente qualche libro ma perché iniziano a procurarsi le guide per i viaggi che li attendono da lì a poco. I dehors sono oggetto di desiderio dei più temerari anche se la maggior parte preferisce pranzare ancora dentro e poi tenersi la parte outdoor per il caffè e la sigaretta. Volgono al termine i corsi, quelli che abbiamo scelto a settembre per diversificare il nostro tempo libero e che abbiamo portato a compimento con una fatica inumana che nessuna pizzata di fine anno potrà mai sanare.

La gente riprende a postare foto del cielo azzurro, le bacheche dei social network si riempiono dei resoconti delle sessioni di corsa, delle semplici sgambate, delle uscite in bici, come se agli altri fregasse qualcosa dello sport che pratichiamo. L’importante, in tutta questa esplosione emotiva, e non dimenticare che invece per chi lavora non cambia nulla. L’impegno e la concentrazione da tenere in ufficio sono le stesse, il che è difficilissimo in questa terra di mezzo tra il riscaldamento e l’aria condizionata. Gli orari anche, le rotture di maroni non cambiano di una virgola, i colleghi nemmeno anzi qualcuno puzza un po’ di più, i capi forse si arrendono lascivi in vista delle loro ferie più lunghe di tutti i loro subordinati ma la realtà non è poi così diversificata. Noi possiamo godere di questa diaspora delle convenzioni del genere umano solo di riflesso, se avete dei figli studenti o un/una consorte che si può permettere mesi interi di ferie sapete che cosa intendo. Se questo fa felice i nostri cari, un po’ riguarda anche noi. Se sono più liberi, in fondo ne beneficiamo di sponda. Se vanno via in vacanza per tutta l’estate, è sicuramente una vacanza se si resta dove siamo.