Nell’anno domini 2014 anche il grande pubblico finalmente si accorge degli Asian Dub Foundation, potremmo dire quasi fuori tempo massimo considerando che la band anglo-asiatica ha già ampiamente dato il meglio di sé prima che Deeder Zaman, il primo storico vocalist e frontman, abbandonasse il gruppo. Ed era il duemila e uno. Potete immaginare gli ultimi tredici anni che si, per carità, gli ADF hanno fatto comunque cose di qualità ma niente di paragonabile a quel “Community Music” che, pubblicato nel 2000, è stato un vero e proprio manifesto della promiscuità (in senso positivo) culturale, considerando che Londra, in quanto a mescolanza, non deve prendere lezioni da nessuno. Tutto questo fino a qualche sera fa, quando uno dei candidati al titolo di quello che ormai è assurto a principale evento socio-televisivo dell’anno, più di Canzonissima, più di Elisir, e addirittura più di Protestantesimo, pare aver sbaragliato tutti i concorrenti con una reinterpretazione di “Flyover” degli ADF, tratta dell’album “Tank” del 2006. Vi riporto informazioni di risulta, non ho un abbonamento Sky ma ogni tanto scrocco passaggi televisivi a vicini consenzienti. La morale è che ora gli ADF sono finalmente sulla bocca di tutti, pure mia figlia mi ha chiesto di caricargli la canzone cantata da Madh, e circola addiritutra una leggenda metropolitana secondo cui gli Asian Dub Foundation in persona hanno chiesto di poter visionare il filmato della puntata del talent show italiano per valutare la resa del loro pezzo arrangiato secondo i canoni della neo-melodia italiana. Io, lo sapete, sono del partito che vuole comunque il ritorno di Deeder Zaman, l’unico deus ex machina in grado di scoraggiare i morgan e i fedez del caso dalla scelta di cover inappropriate e indirizzarli verso repertori più alla portata dell’ormai consolidato gusto nazional-popolare.
asian dub foundation
asian dub foundation: new way new life
StandardEcco un altro bel salto nei ritmi che furono, quando anni di Transglobal Underground e Loop Guru, decantando sul nostro substrato reggae e dub, spianarono la strada per uno dei prodotti migliori della multiculturalità fine 90. Consideriamo (scusatemi, oggi sono in vena di plurale maiestatis) Community music l’acme artistico degli Asian Dub Foundation, poco prima che, come nelle migliori occasioni, l’insostituibile frontman Deeder Zaman intraprendesse la carriera solista e attività collaterali. Quindi prima ascoltate “New way new life”, uno dei nostri pezzi preferiti, nella versione dell’album:
e qui in una versione reggae del gruppo giapponese Dry& Heavy, che chiama sul palco proprio Deeder Zaman e aumenta di un grado il livello di multiculturalità. Rrrrrrrrrrrroooots.